Rinnovabili di Sicilia

  • 14 Ottobre 2007

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Notevole potenziale di rinnovabili e opportunità di insediare industrie del settore queste le possibilità in Sicilia. Ma la Regione finora ha fatto pochissimo. Un articolo di Gianni Silvetrini pubblicato su La Repubblica, edizione siciliana

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Finanziamenti governativi per 350 milioni di euro da abbinare a una larga parte dei 2,3 miliardi € di fondi europei destinati alla creazione di una solida industria delle rinnovabili. Questo è lo scenario che si profila nei prossimi anni. E le Regioni del sud potranno giocare un ruolo significativo nella creazione di un tessuto di imprese verdi.
Le premesse del resto ci sono. Oltre mille progetti per diverse centinaia di milioni di € destinati alla produzione di tecnologie legate alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica sono giunti al Ministero dello Sviluppo economico in risposta al programma “Industria 2015 (duecento di questi riguardano la Sicilia).
La sfida che abbiamo di fronte, del resto, è impressionante. Basta considerare che l’obbiettivo di soddisfare con le fonti rinnovabili un quinto di tutta l’energia consumata in Europa entro il 2020 deciso dai Capi di Governo europei lo scorso 9 marzo comporterà la triplicazione nei prossimi 12 anni dell’attuale quota di energia verde, che include tutto l’idroelettrico costruito nel secolo scorso, i 48.000 MW di eolico, i 20 milioni di m2 di solare termico .

Gli investimenti necessari alla sola produzione di elettricità verde saranno superiori alle risorse che verranno destinate alla costruzione di nuove centrali termoelettriche e già questo dato indica il clamoroso ribaltamento in atto delle scelte energetiche.
Finora hanno tratto vantaggio dal nuovo scenario i Paesi che hanno adottato politiche coraggiose, come la Germania, che ha creato in pochi anni un’industria delle rinnovabili con 215.000 addetti, o la Spagna con 100.000 addetti.
Ma, come si è detto all’inizio, stiamo finalmente registrando i primi risultati di un cambio di marcia anche in Italia.
La potenza eolica installata ha raggiunto 2.123 MW nel 2006 e quest’anno potrebbe superare i 3.000 MW.
Le installazioni di collettori solari termici, esplose nel 2006 con 140.000 m2, dovrebbero superare nel 2008 una superficie cumulativa di 1 milione m2.
Ancora più netto è il boom del solare fotovoltaico. Sono attualmente in via di installazione, o già in funzione, 7.630 impianti per 220 MW (quattro volte quanto era stato installato in Italia negli ultimi 25 anni).

Ma l’aspetto più significativo è, come si è già detto, il risveglio di interesse del mondo delle imprese verso la produzione di tecnologie pulite che ci dovrebbe evitare così di importare celle solari o aerogeneratori.
Quale potrà essere una strategia vincente, in questo contesto in rapida evoluzione, per la Sicilia?
Bisogna distinguere due aspetti che sono comunque tra loro legati. Da un lato la possibilità di utilizzare in maniera intelligente il notevole potenziale delle fonti rinnovabili incrementando sostanzialmente la quota di energia verde generata nell’Isola, dall’altro l’opportunità di insediare nell’Isola industrie di punta che producono tecnologie verdi.
Questo scenario ha bisogno di una politica chiara e lungimirante. Finora invece è mancata una politica coerente: l’Amministrazione regionale ha varato provvedimenti contraddittori che rischiano di bloccare lo sviluppo di queste fonti (si pensi alle vicende dell’eolico).
Ma soprattutto non si è avvertita finora la consapevolezza che una politica di diffusione delle rinnovabili ha senso se è legata alla produzione locale di queste tecnologie in sinergia con i centri di ricerca. Questa è la via seguita per esempio da alcune Regioni spagnole, come Galizia e Navarra, o dai Länders della Germania.

Prendiamo i fondi europei sulle rinnovabili. Negli anni passati questa opportunità è stata in parte persa incentivando la produzione di elettricità verde, azione non prioritaria perché esistevano già misure nazionali di sostegno. Si potevano invece utilizzare quei fondi per promuovere una vera industria verde in Sicilia, scelta che ci auguriamo verrà fatta in futuro.
Perché questa sarà la vera prossima sfida, come dimostrano le 200 proposte del programma “Industria 2015” che coinvolgono la nostra Isola. E’ prevedibile che nei prossimi mesi si aprirà una gara tra varie Regioni, non solo del Sud, per attrarre investimenti nazionali e internazionali volti a creare network di imprese innovative, “piattaforme solari” destinate alla produzione di tecnologie verdi.

Ma è presente nel Governo siciliano la consapevolezza della rapidissima rivoluzione energetica che si è avviata per far fronte ai cambiamenti climatici? Per ora non sembra. Il Piano energetico, aspettato da 15 anni, se mai uscirà, sarà già obsoleto avendo un orizzonte temporale limitato al 2012.
Occorre invece avere una visione di lungo termine che tenga conto delle straordinarie opportunità che si aprono e che potrebbero cambiare il volto delle imprese e dell’occupazione in Sicilia. Insomma bisogna porre le condizioni perché l’Italia e la Sicilia sappiano gestire in maniera vincente la transizione energetica innescata dalla sfida del clima.

Gianni Silvestrini
articolo pubblicato su “La Repubblica”, edizione Sicilia, il 10 ottobre 2007

15 ottobre 2007

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