Un Nobel per la pace e per il clima

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Il premio Nobel per la Pace ad Al Gore e all'IPCC, il suo impatto sull'opinione pubblica mondiale e sulle prossime presidenziali Usa. Un editoriale di Gianni Silvestrini

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Al GorePrima ancora dell’annuncio del premio Nobel per la Pace ad Al Gore, la nomination che già circolava nei giorni scorsi ha determinato un innalzamento dell’attenzione delle primarie Usa sul tema dei cambiamenti climatici.

Così Barack Obama la settimana scorsa è intervenuto con forza proponendo tetti alle emissioni, una riduzione del 35% del consumo di petrolio entro il 2030, e l’investimento nei prossimi dieci anni di 150 miliardi di dollari per una riconversione ecologica dell’economia americana creando milioni di nuovi posti di lavoro.

Nelle prossime settimane si capirà se Al Gore deciderà di entrare in lizza nelle primarie e in questo caso è chiaro che Iraq e “global warming” saranno i due temi centrali delle elezioni 2008. Ma in ogni caso il Nobel ricevuto insieme all’IPCC contribuirà a portare in primo piano la questione climatica.
Tutte notizie positive perché è evidente che il post Kyoto si definirà solo dopo le elezioni americane. Un mutamento dell’attuale posizione Usa di chiusura sarà infatti decisivo per convincere tutti i paesi del pianeta ad accettare obbiettivi differenziati di contenimento delle emissioni climalteranti.
C’è poi da considerare l’impatto del Nobel climatico sulla comunità internazionale. Anche da questo punto di vista non è da sottovalutare l’influenza che potrà avere questa decisione sull’opinione pubblica mondiale.
 

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