Nuovo clima targato Usa

  • 11 Ottobre 2007

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Il piano per il clima di Barack Obama, uno dei canditati dei democratici per le presidenziali: dimezzare l'intensità energetica e ridurre del 35% il consumo di petrolio entro il 2030. Un articolo di GB Zorzoli

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D’accordo, fra i candidati alle primarie del partito democratico americano Barack Obama è quello che maggiormente buca lo schermo, ma il suo piano per combattere il riscaldamento globale ha giustamente destato sensazione, proponendo di:

  • Dimezzare l’intensità energetica degli USA entro il 2030
  • Ridurre del 35% il consumo di petrolio entro il 2030
  • Investire nei prossimi dieci anni 150 miliardi di dollari per una riconversione ecologica dell’economia americana, creando milioni di nuovi posti di lavoro
  • Per realizzare questi obiettivi introdurre sia limiti stringenti alle emissioni sia l’emissions trading, così da riportare entro il 2020 le emissioni di gas serra al livello del 1990.

barack obama Pochi giorni dopo il mediocre e fallimentare incontro di Washington, dove Bush non ha saputo proporre nulla di diverso della solita minestra riscaldata sui contributi volontari come soluzione al problema, il cambio di marcia proposto da Barack Obama è radicale e non potrà non influenzare il seguito della competizione per le primarie e successivamente anche la campagna per l’elezione presidenziale. Tuttavia non va considerato come un fiore sbocciato improvvisamente in un deserto.
E’ abbastanza nota l’iniziativa di diversi stati – primo la California – che hanno approvato normative molto stringenti per il trasporto su strada, destinate a entrare in vigore con gradualità, proprio per consentire alle industrie automobilistiche di predisporre nuovi modelli in grado di rispettare i previsti limiti di emissione. Si partirebbe nel 2009 e nel 2016 i nuovi modelli di veicoli dovranno realizzare rispetto alla situazione odierna una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra. Anche se una recente sentenza di un tribunale federale ha dichiarato l’illegittimità di queste norme (ma la battaglia legale continua), una simile decisione presa da diversi stati è di per sé sintomatica di un profondo cambiamento in atto.

Cambiamento che trova conferma in una recente sentenza della Corte Suprema americana (non proprio un covo di progressisti) la quale, sulla base del ricorso di dodici stati e di tredici gruppi ambientalisti che avevano citato in giudizio l’EPA, l’agenzia per la protezione ambientale, rea di avere omesso di applicare il Clean Air Act, là dove richiede all’EPA di imporre dei limiti alle emissioni, quindi anche a quelle di anidride carbonica e di altri gas serra da parte delle automobili di nuova generazione, ha sentenziato che l’EPA ha l’autorità di emettere norme per il contenimento dei gas serra emessi dai veicoli.

GB Zorzoli

11 ottobre 2007

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