Le sfide per il fotovoltaico italiano

  • 8 Ottobre 2007

Gli obiettivi del fotovoltaico in Italia al 2020 comportano una sfida su tre fronti, quello tecnologico, normativo-legislativo e di sostenibiltà degli incentivi. Un parere del Gifi.

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Gli obiettivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili proposti nel position paper del governo sono sicuramente ambiziosi per il medio-lungo termine. Si prevede di passare da un energia immessa in rete di 2,35 TWh del 2005 ai 22,6 TWh nel 2020. Il che vuol dire moltiplicare teoricamente per 10 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in soli 15 anni.

Il fotovoltaico, in particolare, potrebbe passare da una potenza installata di 37,5 MWp installati alla fine del 2006 ad un potenziale di 8.500 MWp nel 2020 (di cui 7.500 MWp negli edifici e 1.000 MWp montati a terra). Il raggiungimento di tale obiettivo, in termini di spazio necessario, risulterebbe (in base allo studio del CNES e tenendo in considerazione tutti i vincoli paesaggistici, ambientali ed architettonici) in una occupazione massima del 6-7% della superficie dei tetti esistenti in Italia e generare tra i 70.000 e 120.000 nuovi posto di lavoro (fonte CNES).

Il fotovoltaico, oltre a contribuire alla riduzione dell’emissione dei gas inquinanti (circa 15 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, fonte CNES) e quindi al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre fonti di energia rinnovabili:

  • l’energia elettrica prodotta da un impianto può essere inserita nella rete a Media Tensione e quindi utilizzata a livello locale;
  • può essere facilmente integrato architettonicamente nelle costruzioni già esistenti riducendo notevolmente, e in molti casi annullando, l’impatto visivo.

Tuttavia, lo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia deve affrontare sfide importanti e fondamentali per poter soddisfare (anche parzialmente) il potenziale stimato. Queste sfide sono principalmente dettate da tre fattori: il fattore tecnologico, il fattore di normativo-legislativo e il fattore sostenibiltà dell’incentivo in Conto Energia.

Per quanto riguarda il fattore tecnologico, lo sviluppo di nuove tecnologie (basate ad esempio sul film sottile e non solo) giocherà un ruolo primario per la riduzione dei costi di produzione e il miglioramento dell’efficienza di conversione. Si auspica quindi un maggior coinvolgimento degli istituti di ricerca e maggiori investimenti sia pubblici che privati in sinergia. Le aziende italiane stanno investendo in altri tipi di tecnologie (film sottile) a fronte della scarsa reperibilità di materia prima, ovvero del silicio necessario alla realizzazione dei moduli fotovoltaici.

Il fattore normativo/legislativo non é uniforme a livello nazionale e di fatto rallenta lo sviluppo del fotovoltaico. É auspicabile in questa direzione il raggiungimento di un consenso nazionale che eviterebbe sanzioni in materia di riduzioni di emissioni inquinanti (protocollo di Kyoto). Si auspica inoltre lo sviluppo di un sistema incentivante che premi le Regioni maggiormente virtuose.

Il fattore sostenibilità dell’incentivo in Cip 6, originariamente pensato per le fonti rinnovabili, prevede bel l’81% dedicato alle fonti “assimilate” e solo il 19% per tutte le fonti rinnovabili. Si auspica in questo senso un ripristino della ridistribuzione delle risorse economiche completamente a favore delle energie rinnovabili e quindi anche del fotovoltaico.

a cura del GIFI – Gruppo Imprese Fotovoltaiche Itialiane

5 ottobre 2007

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