Efficienza energetica, volare alto si può

Serve un colpo di acceleratore nelle politiche dell'efficienza energetica. Solo nel settore elettrico sono possibili risparmi fino al 34% al 2015. Un editoriale di Gianni Silvestrini

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Gli impegni europei legati al raggiungimento del 20% di riduzione dei consumi energetici entro il 2020 impongono una rapida revisione della strumentazione esistente negli Stati membri e anche un aggiornamento degli indirizzi della stessa UE.
Per esempio, la recente Direttiva sugli usi finali (2006/32/CE) che impone una riduzione dei consumi nei settori non assoggettati all’Emissions Trading del 9% entro il 2016, oggetto di infinite discussioni negli scorsi anni perché sembrava troppo ambiziosa, è già sorpassata prima ancora di divenire operativa. In Italia, infatti, la sua implementazione consentirebbe un risparmio di una decina di Mtep al 2016, ma l’obbiettivo al 2020 (ancora in via di definizione) si aggirerà su una cifra tre volte superiore.

Considerando tra l’altro che l’efficienza energetica rappresenta certamente la soluzione più vantaggiosa per il raggiungimento degli obbiettivi climatici occorre premere sull’acceleratore delle politiche di risparmio. Un recentissimo rapporto del Centro di ricerche di Ispra della Commissione Europea (Electricity Consumption and Efficiency Trends in the Enlarged European Union), citato anche da Qualenergia.it, stima nel solo settore elettrico un risparmio possibile al 2015 compreso tra il 14 e il 34%.
Dunque è il momento di volare alto: dall’estensione degli incentivi da inserire in Finanziaria (come le detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici) a limiti sempre più rigidi sui consumi energetici nelle nuove costruzioni dopo il 2010, dal forte innalzamento degli obbiettivi legati ai certificati bianchi all’introduzione di normative che mettano progressivamente fuori mercato prodotti poco “risparmiosi” (motori elettrici a basso rendimento, lampade ad incandescenza, ecc.). Senza dimenticare il rafforzamento delle industrie italiane che producono tecnologie legate all’efficienza, un mercato gigantesco che si è aperto.

Per il trasporto, infine, che per il suo peso e il trend di crescita merita un’attenzione particolare, oltre agli obbiettivi europei in via di definizione per le automobili (120-130 g/km nel 2012 contro i 160 g/km del 2006) e al potenziamento serio del trasporto pubblico, vanno studiate soluzioni specifiche di organizzazione della mobilità utilizzando strumenti innovativi e coraggiosi.

 

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