Se le soluzioni non ci sembrano affatto opportune, visti gli effetti devastanti che avrebbero sulla produzione dei gas serra, è interessante scoprire che i risultati portano a ritenere che, lungi dall’essere temporanei, gli elevati prezzi dell’energia dureranno per decenni.
Il rapporto, che già dal titolo è tutto un programma (“Facing the Hard Truths About Energy – Affrontare le dure verità sull’energia”), sostiene che le risorse convenzionali di petrolio e gas naturale non riusciranno a soddisfare oltre il 50-60% la crescita della domanda nel prossimo quarto di secolo e che, in termini geopolitica, il maggiore impatto verrà dall’aumento della domanda dei paesi in via di sviluppo.
Questo studio sembra essere la prima esplicita concessione fatta dall’industria petrolifera sul fatto che non sarà in grado di rispondere ad una domanda mondiale di petrolio che potrebbe arrivare a 120 milioni di barili nel 2030 dagli attuali 83 milioni. Intanto Oilwatch Monthly conferma che la produzione di petrolio mondiale è in discesa dal mese record di dicembre 2005.
Per comprendere la fame di fonti fossili degli States è utile notare il grafico che riporta, per gli USA, il divario tra la produzione nazionale di petrolio e gas naturale e i consumi (dati dal 1960 ad oggi).

LB
17 luglio 2007