Ambiente ed energia secondo Veltroni

  • 28 Giugno 2007

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L'ambiente, l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica parti rilevanti dell'intervento di Veltroni che a Torino ha esposto il suo progetto politico. Molte note positive, qualche aspetto discutibile.

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Il nuovo, probabile, leader del Partito Democratico, Walter Veltroni, e del centro sinistra ha esposto a Torino ieri il suo progetto politico. Una parte importante del suo intervento è stata dedicata all’ambiente e all’energia: molti gli aspetti positivi toccati e qualche proposta più discutibile.

Innanzitutto secondo Veltroni, tra i quattro grandi capitoli per la costruzione di una “nuova Italia”, al primo posto c’è l’ambiente. Ritiene che i cambiamenti climatici (“un drammatico dato di fatto”) saranno un banco di prova per le scelte politiche degli anni a venire e agire per fermarli è un dovere morale per tutti. Dice: “In cima alle priorità della politica e dell’azione pubblica deve stare il futuro ambientale del nostro Paese e dell’intero pianeta”. Agire in questo senso, secondo Veltroni, significa “impegnarsi per raggiungere gli obiettivi di Kyoto e del post- Kyoto, potenziare le azioni di risparmio energetico, espandere l’uso delle fonti rinnovabili, investire in dosi massicce sulle infrastrutture e sulle tecnologie per la mobilità ecosostenibile, mettere l’apparato industriale e di ricerca italiano in linea con quelli dei paesi che prima di noi hanno investito sulle nuove tecnologie per l’ambiente”.

E’ rilevante che l’attuale sindaco di Roma, ricordi nel suo discorso che un percorso già è stato tracciato, quello dei tre 20% al 2020 fissati dall’Unione Europea (+20% di fonti rinnovabili, -20% di consumi energetici, -20% di emissioni di gas serra). Le strategie per affrontare questa sfida?: “consumare molta meno energia per ogni euro di Pil prodotto, diffondere l’uso dell’energia solare ed eolica, promuovere il risparmio energetico nell’industria, nei trasporti, nei consumi civili”.

Veltroni sottolinea il fatto che per l’Italia raggiungere questi obiettivi, implica investimenti importanti, ma aggiunge che “la riconversione ambientale del Paese può diventare un traino per l’intera economia”. Gli strumenti indicati sono molteplici: dall’utilizzo del sistema dei prezzi che possono allocare risorse verso soluzioni e prodotti ambientalmente sostenibili, alle tasse di possesso automobilistico in base alle emissioni, dalla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ambientale, agli “inasprimenti fiscali per tutti coloro che si sottraggono alle sfide dell’ecocompatibilità”.

L’idea di permeare l’economia e la politica con le pratiche dell’ambientalismo, della lotta ai cambiamenti climatici e con l’innovazione (l’ambiente è “l’unico campo in cui l’unico modo per conservare è innovare”) è importante e rappresenta anche una novità nel panorama politico italiano. Quello che convince meno però è l’idea, parlando dell’ambientalismo che spesso dice di “no”, che sia sempre opportuno realizzare l’alta velocità, gli inceneritori (“non si può dire di no al ciclo di smaltimento dei rifiuti moderno ed ecologicamente compatibile e lasciare che l’unica l’alternativa siano discariche a cielo aperto ed aria irrespirabile e nociva”), investire nell’idrogeno (prodotto con quali fonti?).
Queste sono e saranno scelte importanti e strategiche che non potranno essere fatte senza un ampio coinvolgimento di tanti soggetti, cittadini compresi, perché, come sembra aver fatto intuire lo stesso Veltroni nel suo intervento, ogni azione della politica o scelta tecnologica dovrebbe sempre valutare il proprio impatto sull’ambiente e non essere unicamente orientata alla crescita economica (e spesso alla crescita dei profitti di pochi).
Speriamo che un politico della levatura di Walter Veltroni sappia, nella sua azione, discernere tra crescita e sviluppo, due aspetti che non sono affatto legati come sembrerebbe e che rappresentano una distinzione fondamentale per la concreta riuscita di un nuovo modello di economia e di società sempre meno energivora.

LB

28 giugno 2007

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