Solare troppo concentrato

  • 19 Giugno 2007

CATEGORIE:

Kermesse a favore del solare termodinamico: c'è l'impegno del Ministro dell'Ambiente per gli incentivi e della Regione Calabria per ospitare un impianto, ma il Progetto Archimede vedrà la luce solo nel 2011

ADV
image_pdfimage_print
Il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio ha annunciato ieri, 18 giugno, nel corso del convegno “Il ritorno di Archimede” che forse già dal 2008, potrebbero arrivare incentivi al solare a concentrazione, sulla stessa linea di quello spagnolo. Il Ministero dell’Ambiente proporrà per il kilowattora prodotto da solare termodinamico un incentivo di 20-25 centesimi di euro per 25 anni che dovrebbero poi scendere a 21 centesimi fino alla fine della vita dell’impianto, stimata in 30-35 anni. Su queste basi verrà aperta la consultazione il Ministero dello Sviluppo economico.

Per la verità ad oggi non esistono impianti da incentivare, anche se nel corso della giornata organizzata dal Ministero dell’Ambiente e da ISES Italia, c’è stato l’annuncio di un probabile accordo con la Regione Calabria per la realizzazione di un impianto, forse, da 50 MW e forse nel crotonese. Infatti, il Presidente della Regione, Agazio Loiero, ha ufficialmente chiesto, con una lettera di intenti, di realizzare una centrale solare a concentrazione al posto di “Europaradiso”, una sorta di parco giochi, da realizzare con grandi colate di cemento.
L’intento è buono, ma resta un impegno di lungo periodo visto che, proprio ieri, è stato comunicato che la prima centrale sperimentale italiana (“Progetto Archimede”), quella di Priolo Gargallo, che nasce dall’accordo tra Enea e Enel, vedrà la sua entrata in esercizio non prima del 2011, probabilmente nel 2012. Questa afflato “rinnovabilista” del Presidente della Regione potrebbe intanto attivarsi nel favorire la realizzazione di impianti eolici, fotovoltaici, nell’uso energetico sostenibile della biomassa, nell’efficienza energetica in edilizia, settori in cui la regione è agli ultimi posti nel Paese. L’opportunità occupazionale e industriale sarebbe garantita e anche molto più immediata.

Oltre ad Ottana, nel Sulcis dove esiste un’ipotesi di realizzazione di un impianto solare termodinamico, questa tecnologia sarà difficilmente replicabile in altri siti della fascia più meridionale dello stivale e quindi, come è stato spiegato dal Gerhard Knies della TREC (Trans Mediterranean Renewable Energy Cooperation), e dallo stesso Rubbia, essi potrebbero trovare una loro più naturale collocazione nelle aree africane e desertiche, dove la radiazione solare diretta è molto più elevata e dove vi sono maggiori spazi disponibili. Tuttavia realizzare impianti solari termodinamici in queste aree potrebbe sollevare altri problemi tecnici, non ultimo la mancanza dell’acqua (raffredamento della caldaia e pulizia degli specchi). Una soluzione potrebbe essere l’utilizzo della costa, ma con conseguenti o ovvi limiti nella diffusione di questa tecnologia. Interessanti le esperienze spagnole e statunitensi presentate nel corso del convegno, ma che meriterebbero un’analisi più approfondita.

Tornando all’impianto di Priolo (SR), di cui avevamo parlato recentemente quando fu firmato il protocollo di intesa tra Enel e Enea lo scorso 26 marzo (Sole potente ai blocchi di partenza), va ricordato che la sua potenza prevista sarà di circa 20 MW per una superficie occupata totale di circa 60 ettari; la produzione annuale è stimata in circa 59 GWh/anno e l’investimento in 40 milioni di euro. Però solo tra 4-5 anni avremo risultati sperimentali più chiari e il consuntivo su eventuali extra costi rispetto a quanto previsto. Per chi volesse avere un’idea sul progetto Archimede consigliamo di visitare il sito dell’ENEA (www.enea.it). Su altri progetti nel mondo segnaliamo il sito IEA Solar Paces. Per finire, una velata critica al progetto Archimede è stata fatta da GB Zorzoli in un numero della rivista QualEnergia che è oggi pubblicato sul sito de La Nuova Ecologia (clicca qui).

LB

19 giugno 2007

Potrebbero interessarti
ADV
×