L’energia delle armi

  • 24 Maggio 2007

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Il sistema militare statunitense, visto come singola unità di consumo, è il settore più energivoro al Mondo. Consuma come la Nigeria e spende oltre 20 miliardi di dollari all'anno

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Il sistema militare statunitense, se visto come singola unità di consumo, è il settore più energivoro al mondo. A tal proposito un approfondito articolo è stato pubblicato su Energy Bulletin con il titolo “US military energy consumption – facts and figures” di Sohbet Karbuz.
Anche se è difficile recuperare dati esatti dal Dipartimento della Difesa, l’articolo è così zeppo di cifre, rilevate da più statistiche ufficiali, che ci si può fare un’idea del volume dei consumi di energia in gioco.
In sintesi, risulterebbe che nell’anno fiscale 2006 il settore militare americano abbia consumato energia primaria per 1.100 trilioni BTU (1.100.000 miliardi di BTU) che corrispondono a circa l’1% dei consumi degli USA. Se questa cifra può sembrare bassa basti pensare che la Nigeria, con una popolazione di 140 milioni di abitanti, consuma in un anno come la struttura militare americana. A livello procapite i componenti della struttura del Dipartimento della Difesa statunitense (circa 2,1 persone) consumano 10 volte quanto un cinese e 30 volte quanto un africano medio.

Le spese annuali per i consumi energetici del Dipartimento sono intorno ai 20 miliardi di dollari all’anno. Poiché tre quarti vengono destinati alla mobilità del settore, si stima che un aumento del prezzo del barile di petrolio di 10 $ porterebbe ad un aumento della spesa energetica di 1,3 miliardi di dollari. I militari americani consumano all’anno 117 milioni di barili (oltre 320.000 al giorno). Secondo il World Fact Book della CIA (2007) ci sono nel mondo solo 35 paesi che consumano più petrolio del Dipartimento della Difesa statunitense e solo tre che ne consumano di più a livello procapite.

Malgrado tutto, qualche buona notizia c’è. La prima è che si è avuto un calo di oltre il 60% dei consumi energetici dal 1985 ad oggi, soprattutto per il miglioramento dell’efficienza di edifici e impianti di produzione, anche se va detto che alcuni sono stati venduti a società private che hanno quindi assunto l’onere delle spese energetiche. La quota dei consumi per i veicoli (soprattutto per le forze aree) è invece nettamente aumentata. Altra notizia positiva è che almeno il 9% dell’energia consumata dalle forze armate è da fonte rinnovabile; il Pentagono intende portarla al 25% entro il 2025.

LB

23 maggio 2007

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