Un fotone per l’Europa

  • 23 Maggio 2007

L'EPIA ritiene che la futura Direttiva Europea debba orientarsi solo sul conto energia per una grande diffusione del fotovoltaico e chiede target settoriali obbligatori a livello dei singoli Stati Membri

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L’associazione delle industrie europee del fotovoltaico (European Photovoltaic Industry Association – EPIA) ha esposto le sue proposte sul nuovo pacchetto energetico che è stato presentato dalla Commissione Europea nel gennaio scorso.
EPIA ha messo in evidenza che la futura Direttiva Europea sulle energie rinnovabili dovrebbe includere target settoriali obbligatori, quindi distinti per l’elettricità, per il calore e il raffrescamento, per i trasporti a livello dei singoli Stati Membri. L’EPIA argomenterà questa tesi in una serie di 7 incontri che si terranno da maggio a dicembre.

Alla luce del recente obiettivo posto dall’UE di raggiungere il 20% da fonti rinnovabili sul totale di energia primaria del continente e in vista della proposta di una nuova direttiva europea che dovrebbe essere redatta per il prossimo ottobre, l’EPIA ritiene che la recente esperienza (Direttiva 77 del 2001 sull’energia elettrica) dimostri come si possano adottare meccanismi di incentivazione capaci di sviluppare il settore delle rinnovabili. In particolare, si è visto come appropriate misure quali la tariffa in conto energia, adottata in Germania e in Spagna, siano in grado di spingere il mercato dell’elettricità solare con conseguenti ingenti investimenti nell’industria e nella ricerca. Dove è stata seguita questa linea, dice l’EPIA, presto si vedranno effetti positivi simili. Con queste più idonee politiche entro il 2010 il fotovoltaico potrà fornire elettricità a oltre 7 milioni di famiglie europee.

Secondo il vice Presidente dell’EPIA, Murray Cameron, la nuova legislazione europea dovrebbe essere più ambiziosa rispetto al passato. EPIA ritiene che la futura Direttiva dovrebbe avere almeno prevedere i seguenti contenuti:

  • imporre obiettivi obbligatori settoriali per gli Stati Membri e che la Commissione faccia rispettare;
  • migliorare l’esistente legislazione, cioè l’attuale direttiva, evitando di includervi il concetto di “armonizzazione degli schemi di sostegno” alle rinnovabili, visto che il meccanismo feed-in-tariffs (tariffa fissa o conto energia) ha dimostrato di essere efficace specialmente per il fotovoltaico, mentre quello dei certificati verdi è stato incapace di sviluppare questa forma di generazione elettrica distribuita;
  • imporre una reale semplificazione delle procedure amministrative; in particolare, bisognerebbe orientarsi verso una singola autorizzazione per richiedere di installare un impianto che utilizzi fonti energetiche rinnovabili;
  • assicurare un equo accesso alla rete; in questo senso la liberalizzazione dei mercati elettrici può favorire un ulteriore diffusione del fotovoltaico.

22 maggio 2007

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