Rinnovabili made in Usa

  • 3 Maggio 2007

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Un rapporto di ACORE afferma che negli USA è possibile coprire il 25% del fabbisogno energetico con le fonti rinnovabili entro il 2025 . Il nodo risiede solo nelle scelte politiche di lungo periodo

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Quanta energia possono generare le fonti rinnovabili negli Stati Uniti se si stabilisse un appropriato mix di politiche e di incentivi? Secondo un rapporto, appena uscito e coordinato da ACORE (American Council On Renewable Energy), la risposta è 635 GW di potenza entro il 2025. Il nodo affrontato da “2007 Outlook on Renewable Energy in America” sta tutto nelle scelte politiche, che dovrebbero essere cambiate radicalmente rispetto a quelle attuali.

In sintesi, diversi studi presentati nel lavoro portano a definire come realizzabile l’obiettivo di coprire al 2025 il 25% del fabbisogno energetico dell’intera nazione con le fonti rinnovabili, e ben oltre questa quota per la metà del secolo.
Nel settore elettrico si è valutato che una nuova potenza di 500-700 GW potrebbe essere realizzabile nei prossimi 20 o 25 anni.
Per quanto riguarda il peso delle differenti tecnologie, il documento di ACORE prefigura uno scenario in cui l’eolico possa raggiungere 248 GW di potenza, l’energia solare 164 GW, l’energia idroelettrica e dal mare 23 GW, la geotermia 100 GW, l’energia da biomasse e i biocombustibili 100 GW.

Questo scenario, supportato dall’elaborazione di una serie di misure di sostegno adatte per ciascuna tecnologia, vuole dimostrare che è infondata l’idea che le fonti rinnovabili non riuscirebbero a soddisfare il fabbisogno di una economia in fase di crescita come quella americana.
Se da una parte l’Energy Information Administration (EIA), che fornisce statistiche ufficiali per l’energia negli USA, ritiene che la quota di elettricità rimarrà intorno al 9% al 2030 secondo uno scenario di policy “business as usual”, dall’altra, Michael T. Eckhart, presidente di ACORE, considera che l’incapacità di creare un impegno di lungo periodo in questi settori sia da attribuirsi “al persistente dubbio presente nella mente dei politici che le rinnovabili non hanno le caratteristiche per alimentare il paese”. “Questo dubbio – dice Eckhart – perpetua il mito che le fonti affidabili siano solamente petrolio, carbone e nucleare”.
La tesi ripresa più volte nel rapporto è che la mancata diffusione delle tecnologie rinnovabili sia legata all’incertezza delle politiche governative finora attuate; il sostegno per ricerca e mercato è stato infatti limitato ad impegni di breve periodo incapaci di mobilitare e rendere stabile la crescita industriale di questi settori.

Tra gli argomenti affrontati dal rapporto c’è anche quello dei combustibili rinnovabili: essi potrebbero coprire una grande parte dei consumi di petrolio degli Stati Uniti; studi recenti suggeriscono che i biocombustibili potrebbero fornire il 30-40% dei prodotti petroliferi USA entro il 2030.

Gli scenari presentati da “Outlook on Renewable Energy in America” possono essere anche confrontati con quelli presentati dal rapporto dell’ASES (American Solar Energy Society), “Tackling Climate Change in the U.S” che spiega come negli Stati Uniti efficienza energetica e fonti rinnovabili possono insieme ridurre le emissioni del 60% entro il 2030 (articolo di Qualenergia: “L’emissione ha la sua roadmap“).

LB

4 maggio 2007

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