Fermento sulle rinnovabili

Cresce in Italia la domanda di tecnologie verdi, decolla l'industria delle rinnovabili, ma la ricerca stenta e resta irrisolto il nodo delle Regioni. L'editoriale di Gianni Silvestrini

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Finalmente le rinnovabili ripartono in Italia. Secondo il Kyoto Club, nei prossimi dodici mesi si raggiungeranno i 3.000 MW eolici e il solare termico supererà il milione di metri quadrati, mentre le installazioni fotovoltaiche nel 2008 sorpasseranno la potenza complessiva di 250 MW. Caldaie e caminetti ad alta efficienza proseguiranno la forte crescita del settore e finalmente si fa strada la cogenerazione collegata con coltivazioni energetiche ad alto rendimento.
Ma non è solo la domanda a essere ripartita grazie agli incentivi governativi.

Il segnale nuovo del biennio 2007-2008 è dato dal risveglio sul versante della produzione delle tecnologie verdi.
Nel comparto eolico si affacciano sul mercato l’altoatesina Leitner con un aerogeneratore da 1,35 MW a trasmissione diretta (che però verrà realizzato in uno stabilimento indiano), mentre la siciliana Moncada conta di realizzare oltre 100 MW di macchine da 850 kW, sempre a trasmissione diretta. Rafforza poi la sua posizione lo stabilimento della Vestas a Taranto con 600 dipendenti e una produzione che nel 2006 ha raggiunto i 440 MW (per il 60% esportati in Cina). Grazie all’introduzione dello “scambio sul posto” anche per l’eolico sotto i 20 kW, stanno inoltre nascendo diversi produttori che offrono macchine di piccola taglia.
Nel campo del solare termico la Merloni (MTS) sta avviando un’industria per la produzione di 300.000 metri quadrati/anno, un valore 10 volte superiore alla produzione nazionale degli ultimi anni. E altri operatori stanno rafforzando la propria presenza nel settore e intendono inserirsi in questo promettente mercato dove finore dominava la presenza straniera.

Infine, nel fotovoltaico, accanto alla decisione della Helios/Kerself di innalzare la capacità produttiva annua da 10 a 30 MW, per poi passare a 60 MW e di Solarday di passare alla produzione di celle, ci sono decine di nuovi progetti relativi alla filiera del silicio o dei film sottili in via di discussione o di implementazione (da X-Group in provincia di Padova a Omniasolar, da Arendi che dovrebbe iniziare alla fine del 2008 la produzione di celle a tellururo di cadmio per 15 MW/a a EEMs, a Ferrania,…). C’è un grande fermento, con interessi di imprese sia italiane che straniere.
Sul versante del silicio, la Memc di Bolzano ha inaugurato una nuova linea per il silicio di grado solare e ha ulteriori programmi di espansione, mentre circolano almeno altri tre progetti di produzione di silicio di grado solare o elettronico nel nostro Paese (chiaramente troppi…).

C’è un grande fervore anche sul lato produttivo, quindi, ma è più che mai necessario uno sforzo sinergico affinché si crei un’industria solare profondamente innovativa (con un’attività interna di ricerca collegata con il mondo esterno) e di taglia adeguata a reggere la competizione internazionale.
In questo senso il programma “Industria 2015” del Ministero dello sviluppo economico, che prevede finanziamenti per 350 milioni € da utilizzare in sinergia con 2,3 miliardi € di fondi europei, sarà determinante nel fornire l’indirizzo e il sostegno necessario per far radicare una forte industria delle rinnovabili. Si tratta di una scelta importante che segue quella lungimirante dei giapponesi e dei tedeschi. La Germania, ad esempio, ha distribuito in forma di sussidi alle imprese oltre 600 M€ solo negli ultimi tre anni.
Insomma, la domanda di fonti rinnovabili è in fase di crescita e sul versante della produzione di tecnologie verdi si vedranno a breve importanti novità.
La risposta è invece ancora debole su due fronti: sul lato della ricerca, con interventi frammentati e senza una reale regia dal centro, e sul versante della politica locale, con Regioni deresponsabilizzate e spesso incapaci di svolgere una politica energetica innovativa e coraggiosa, come sarebbe necessario di fronte alla gravità della sfida climatica.

 

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