Se l’industria è ad alta emissione

  • 14 Aprile 2007

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Le industrie e le loro eccessive emissioni di CO2 nel 2005. Il maggior contributo è quello dell'ENEL con 56,3 milioni di tonnellate. Un'analisi di Greenpeace

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Presentiamo una interessante tabella elaborata da Greenpeace Italia sulla base dei dati ufficiali del Piano Nazionale di Assegnazione delle emissioni. Da questa analisi, limitata ai soli settori industriali, risulta che nel 2005 le emissioni di CO2 dei soggetti sottoposti alla Direttiva sull’Emission Trading hanno superato di 9,5 milioni di tonnellate (Mton) il limite fissato per il contenimento dei gas serra.

ENEL risulta il maggiore emettitore di CO2 in Italia (56,2 Mton nel 2005). Con 8 Mton di anidride carbonica in avanzo, si è anche confermata la società che ha dato il maggior contributo al superamento del limite complessivo a emettere.
Visti i progetti di conversione a carbone delle centrali di Civitavecchia e Porto Tolle, ENEL accrescerà le proprie emissioni di CO2 di altri 20 Mton.

In un convegno a Cagliari (“La sfida dei cambiamenti climatici. Il ruolo delle energie rinnovabili in Sardegna”), organizzato lo scorso 11 aprile dal Ministero dell’Ambiente e dal Kyoto Club, il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, ha stigmatizzato anche la scelta della Regione Sardegna di puntare sulla riconversione del carbone e bloccare la creazione di nuovi parchi eolici.
“Promuovere oggi il carbone e bloccare l’eolico è una soluzione rivolta all’Ottocento e non al XXI° secolo – ha dichiarato Onufrio – La Sardegna potrebbe diventare l’Islanda del Mediterraneo con un progetto basato sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, producendo nel contempo sviluppo economico e occupazione”.

14 aprile 2007

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