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Mercato fotovoltaico: l’Italia promette bene

  • 12 Aprile 2007

Qualenergia.it ha intervistato Matthias Altieri, responsabile per l'Italia di Q- Cells, il secondo produttore mondiale di celle fotovoltaiche, sulla situazione nel nostro Paese

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Nel corso del convegno di Roma “L’efficienza energetica e il rilancio del solare in Italia” (3 aprile), Qualenergia.it ha intervistato Matthias Altieri, responsabile per il mercato italiano dell’azienda fotovoltaica Q- Cells (www.q-cells.com), produttrice di celle al silicio mono e policristallino.
La Q-Cells è un esempio di come un nuovo attore del fotovoltaico possa crescere rapidamente e diventare nello spazio di 6 anni la seconda compagnia produttrice di celle FV nel mondo.
Fondata nel 1999 nella ex Germania est, Q-Cells ha iniziato la produzione nel 2001 con soli 19 addetti. Il suo giro d’affari era allora di 1 milioni di euro. Nel 2006 gli occupati sono diventati quasi 1000 e il giro d’affari è arrivato a circa 540 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2005 del 80%. Oggi la sua capacità produttiva è di 350 MW e gli obiettivi di crescita sono molto ambiziosi. La strategia di sviluppo dell’azienda è basata su due pilastri: puntare sulla riduzione dello spessore delle celle e di migliorarne il rendimento.
Parliamo con Matthias Altieri in particolare dell’interesse che Q-Cells ha per il mercato fotovoltaico italiano.

Quali sono gli obiettivi e le iniziative intraprese da Q-Cells per quanto riguarda l’Italia?
La nostra società crede molto nello sviluppo del mercato fotovoltaico italiano soprattutto dopo il nuovo conto energia e riteniamo che possa raggiungere il livello di quello tedesco in breve tempo. La Q-Cells punta sullo sviluppo di un mercato importante che ci dia la possibilità di avere una struttura di vendita molto vasta.
Ci vogliamo affidare a 5-6 produttori italiani di moduli adatti a seguire con noi il mercato nazionale. Legarsi ad un produttore di qualità come Q-Cells significa anche per l’azienda garanzia di crescita. Un po’ come sta accadendo con altre due importanti società tedesche del fotovoltaico, quali Aleo e Solon. La scelta dei nostri partner si concluderà sicuramente prima della prossima estate.

Qual è l’ttuale quantità di produzione di Q-Cells e quali sono le previsioni di crescita?
Nel 2006 Q-Cells ha prodotto celle per circa 253 MWp. Già da quest’anno la produzione aumenterà notevolmente. Mi deve scusare se non le posso dare dei dati, ma come saprà la nostra società è quotata in borsa. Per quanto riguarda l’Italia dovremmo capire meglio qual è il potenziale installabile a breve. Personalmente credo che quest’anno saremo un po’ sotto i 100 MW, ma nei prossimi anni l’aumento in Italia sarà molto maggiore.

Pensate di muovervi in Italia sempre attraverso la vendita di celle o state valutando anche di impegnarvi in una parte più alta della filiera, come ad esempio la realizzazione di uno stabilimento di produzione di celle?
Il core business della Q-Cells resterà quello dello sviluppo, della produzione e della vendita delle celle fotovoltaiche. Pertanto in Italia ci affideremo esclusivamente a produttori di moduli ai quali venderemo le nostre celle.

Nel suo intervento al convegno lei ha parlato di scarsa velocità nelle scelte che finora hanno riguardato il mercato in Italia. Quali sono le strategie politiche e procedurali che agevoleranno la crescita del settore e favoriranno anche investimenti esteri importanti nel nostro paese?
Se guardiamo alla storia recente vediamo che nel 1999 la legge Bersani sull’energia era molto avanzata. Ma ancora prima uno dei primi produttori mondiali di celle fotovoltaiche era una azienda italiana. Tutto poi è rallentato, se non addirittura bloccato. Ci sono stati ostacoli di natura politica e burocratica, ma oggi riteniamo che siano stati ormai superati. Dopo il 19 febbraio l’Italia può muoversi più rapidamente in questo mercato. Vediamo anche come reagiranno i comuni e gli enti locali italiani a questo nuove opportunità di mercato. La Q-Cells punta ad un mercato che cresca velocemente e senza troppi vincoli. Poi dobbiamo tenere presenti che gli impegni internazionali (come Kyoto oppure i target sulle rinnovabili) saranno importanti nelle scelte da fare e il solare potrà dare un contributo significativo.

LB

12 aprile 2007

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