Allora ci sembra più che mai opportuno denunciare che moltissimi agricoltori brasiliani addetti alla raccolta della canna da zucchero per la produzione di etanolo impiegati in un’azienda a 450 km da San Paolo (Brasile) lavorano da tempo senza alcun diritto: per 12 ore al giorno vivono sui campi, senza alcuna tutela sanitaria, sono sprovvisti di ogni equipaggiamento e non hanno alcuna possibilità di trovare refrigerio visto che non esistono locali al coperto, così come i servizi igienici.
La denuncia arriva in Italia grazie alla CIA (Confederazione italiana agricoltori) sulla base delle informazioni fornite dall’Ispettorato del lavoro e dalla Federazione del sindacato agricolo brasiliani.
Queste fonti di informazioni fanno sapere che ogni lavoratore deve raccogliere giornalmente fino a 12 tonnellate di canna da zucchero, percorrendo mediamente 8,8 chilometri, sferrando oltre 73.000 colpi di macete. Il salario è di circa 160 euro mensili. Tra il 2005 e il 2006 si contano anche 18 morti durante il lavoro nei campi.
Il Brasile realizza il 35% della produzione mondiale di etanolo a base di canna da zucchero ed è il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti che utilizza per realizzare questo biocarburante principalmente mais.
Questa notizia non può non essere letta insieme a quella che riguarda le recenti critiche alla produzione su grande scala di etanolo e sui dubbi riguardo alla sua sostenibilità ambientale ed economica (vedi articolo su qualenergia.it – “Pieno di etanolo? Forse“).
7 aprile 2007
LB