Alla scoperta del verde

  • 1 Febbraio 2007

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Cambia il clima: il mondo della politica e della finanza si tinge di verde. Volontà reale di cambiera o "greenwashing"?

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Nel mese di gennaio 2007, la Commissione europea, per contrastare gli effetti negativi indotti dai cambiamenti climatici, ha proposto di ridurre le emissioni di gas serra derivanti dal proprio consumo di energia del 20% entro il 2020 con l’obiettivo a tendere di innalzare la riduzione del 30% entro il 2030 e del 60-80% entro il 2050.
Tale azione segue una serie di iniziative di indirizzo della politica energetica europea, riassunte nel programma “Energy for a Changing World”, che tendono a “cambiar rotta” ed a far meglio conciliare l’occupazione e la crescita economica, con uno sviluppo più attento alla salvaguarda dell’ambiente, a limitare la vulnerabilità esterna della UE sotto il profilo delle importazioni di gas e di petrolio, per limitare la crescente esposizione della UE alla volatilità e al rialzo dei prezzi, ed alla disponibilità di fornitura del petrolio e del gas.
In tale senso, la Commissione europea ha presentato una “road map” a lungo termine per promuovere le energie rinnovabili, prevedendo per l’UE un obiettivo generale vincolante del 20% di energie rinnovabili e un obiettivo minimo, anch’esso vincolante, del 10% di biocarburanti, da raggiungere entrambi entro il 2020, nonché un percorso per integrare le energie rinnovabili nei grandi orientamenti politici ed economici per i settori dei trasporti, dell’elettricità, del riscaldamento e del raffreddamento.
Dopo che la proposta sarà stata discussa al Consiglio europeo di primavera ’07, nel corso del 2007 la Commissione presenterà proposte legislative per dare il via alla realizzazione della tabella di marcia. Il pacchetto proposto comprenderà obiettivi giuridicamente vincolanti, che lasceranno ai singoli Stati membri la libertà di comporre il proprio mix di energie rinnovabili più  adatto alla loro situazione. Nel contempo, al fine di conseguire l’obiettivo generale a livello nazionale, gli Stati membri saranno chiamati a elaborare piani d’azione nazionali nei quali saranno definiti gli obiettivi specifici e settoriali per ciascuno dei settori interessati dalle energie rinnovabili – elettricità, biocarburanti, riscaldamento e raffreddamento.
Queste notizie si accompagnano alle recenti dichiarazioni del Cancelliere tedesco Angela Merkel che aprendo il Forum economico di Davos ha sottolineato come l’energia ed il clima siano sue aspetti strategici ed ha evidenziato la necessità di dare risposte, coinvolgendo tutte i soggetti, compreso il mondo dell’economia.
E questa aria tinta di verde sembra avere contagiato anche il presedente Bush che nel discorso sullo Stato dell’Unione ha proposto di ampliare il provvedimento dell’Energy Act 2005 che imponeva l’utilizzo obbligatorio dei biocarburanti nelle miscele in una quantità crescente, quintuplicandone la portata e ampliando la gamma dei carburanti adottabili, il ricorso all’idrogeno e ad “altri carburanti alternativi”. Il tutto con l’obiettivo di diminuire il consumo di benzina tradizionale del 20 per cento in 10 anni.

Marco Borgarello, CESI RICERCA

1 febbraio 2007

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