Cina fuori target

  • 12 Gennaio 2007

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Il colosso asiatico è fuori linea con gli obbiettivi ambientali che si è dato. E la situazione potrebbe peggiorare. La notizia arriva da fonti ufficiali interne al Governo cinese

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È ufficiale. La Cina, con la sua impetuosa crescita economica e finanziaria non riesce a reggere gli obiettivi che lei stessa si è data sul fronte dell’efficienza energetica e dell’inquinamento.
Sono poche, infatti, le province e le città che nel primo semestre del 2006 sono riuscite nell’intento di migliorare l’efficienza energetica del 4% e ridurre le emissioni inquinanti del 2%.  Solo Pechino e altre cinque province, infatti, hanno raggiunto le performance fissate e secondo il portavoce del Governo è certo che a livello nazionale questi risultati non saranno raggiunti.
I target semestrali fanno parte di un più vasto programma quinquennale che ha obiettivi ambiziosi, come il taglio delle emissioni del 20% per ogni punto di Pil e del 10% delle emissioni inquinanti.
I dati relativi al secondo semestre non sono ancora disponibili ma le dichiarazioni rilasciate lo scorso dicembre alla Bbc dal Ministro dello Sviluppo e delle Riforme, Ma Kai non fanno promettono nulla di buono. “È molto difficile che questi obiettivi vengano raggiunti quest’anno.  – ha affermato il Ministro – Abbiamo problemi con la struttura industriale e con la mancanza di politiche ambientali adeguate”.

Secondo il corrispondente della Bbc da Pechino, Dan Griffiths,  l’inquinamento in Cina deriva dalle grandi centrali elettriche funzionanti a carbone e dal settore dei trasporti, fonti d’inquinamento strutturali che non possono essere ridotte velocemente.
“Oltre ciò – afferma il giornalista – bisogna considerare il fatto che molte fabbriche in tutta la Cina ignorano completamente le leggi antinquinamento e disperdono nell’ambiente sia le emissioni sia i rifiuti tossici, inquinando l’aria e le acque. Inoltre con tutto il Paese focalizzato sullo sviluppo e sulla crescita economica è poco probabile che il trend si inverta”.
Del resto non sono pochi gli analisti che internazionali che vedono proprio nelle questioni ambientali ed energetiche il Tallone d’Achille del colosso cinese e anche dall’interno dell’amministrazione emergono segnali in questa direzione.
“Il 2006 è stato l’anno più problematico per la Cina sul fronte dell’ambiente“. Afferma il vice Primo ministro Pan Yue dalle pagine web dell’Ente cinese per la protezione ambientale.

 Sergio Ferraris

 12 gennaio 2006

 

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