Il trend della CO2

  • 24 Dicembre 2006

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Un'analisi della Banca Mondiale sul mercato dei crediti di carbonio segnala una crescita rapidissima, ma anche le incognite legate al post-Kyoto

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Il mercato totale delle emissioni nei primi 9 mesi del 2006 è più che raddoppiato rispetto ai valori dell’intero 2005: ben $ 21,5 miliardi contro gli $ 11 miliardi dell’anno passato; la quota principale è legata alle transazioni derivanti dallo schema europeo dell’Emissions Trading (ETS) e oltre $ 2 mld derivano da progetti CDM.

Regolamentazione
Permane l’incognita del post Kyoto, tanto che si ritiene che la scadenza del 2012 farà rallentare la crescita del mercato CDM. D’altra parte pervengono segnali positivi legati all’attivazione di nuovi sistemi di regolamentazione negli USA (California in primis, ma anche 7 Stati orientali) e dall’Australia.
L’obiettivo della comunità internazionale rimane comunque quello di armonizzare gli strumenti flessibili attraverso i diversi mercati, con la diffusione trasparente di dati trimestrali sulle emissioni e l’imposizione di severe penalità per frodi od inadempienze.

Tipologie di transazioni

Una transazione è un contratto di acquisto, stabilito tra venditore e acquirente, per il quale una parte paga un’altra parte che si impegna ad una certa riduzione di gas climalteranti.
Esistono 2 tipi di transazioni:

  • quelle basate sulla necessità di soddisfare obblighi di quote (come i crediti europei all’interno dell’ETS);
  • quelle che derivano da progetti reali che generano una mancata emissione di gas climalteranti (come i CDM e i JI).

Si noti come il valore totale delle prime è attualmente circa 8 volte superiore a quello delle seconde – grazie all’ETS, il mercato di emissioni più grande del mondo. Risulta anche evidente come il prezzo dei crediti europei (EUA) sia correlato a molte variabili, come la forte domanda di elettricità durante l’estate, specie in Europa meridionale e d’inverno in Europa settentrionale.
La prima fase dell’ETS è stata “lunga”, ovvero la quantità di offerta di crediti ha superato la domanda. Nonostante ciò vi sono però degli operatori che, in determinati periodi, sono risultati “corti” e hanno dunque dovuto acquistare crediti di carbonio.

Chi compra
Il primo compratore nei primi nove mesi del 2006 è stato il Regno Unito (45% contro il 14% del 2005), seguito dall’Italia (19% contro l’1%) e da altri paesi europei. Si registra una notevole flessione da parte del Giappone, che aveva acquistato molti crediti in precedenza (8%, partendo dal 43%).
Bisogna però considerare la sempre maggiore difficoltà nel determinare i reali acquirenti finali. Diversi crediti, infatti, vengono comprati e poi rivenduti da grandi operatori finanziari, molti dei quali con sede nella City di Londra, il che spiega in parte l’alta percentuale attribuita al Regno Unito o, nel 2005, al Giappone.

Chi vende
La Cina ha mantenuto la leadership dei CDM (60% del volume totale) e l’Ucraina nel settore dei JI (un terzo del totale). Nei CDM, la Cina e l’India, seppure con approcci molto differenti, mantengono rispettivamente la prima e la seconda posizione di crediti venduti, con l’India in risalita (15%), mentre il Brasile è terzo con il 4% (rispetto all’11% del 2005).
A Settembre, la Cina aveva approvato 79 progetti contro i 400 indiani, il che implica una maggiore dimensione media per progetto in Cina.
La Cina approva solo progetti totalmente a proprietà cinese oppure di joint ventures a maggioranza cinese. In Cina esiste un’agenzia governativa che fissa delle “linee-guida” per i prezzi dei CER, mentre in India tale valore è totalmente lasciato alla normale negoziazione tra offerta e domanda.

Tipologie di progetto
Uno dei limiti principali dei CDM, ed in particolare della Cina, è il massiccio ricorso alla riduzione di HFC-23 (circa metà di tutti i progetti). Si tratta cioè della eliminazione di un gas con forte potere climalterante, che non implica il trasferimento di tecnologie pulite. In crescita comunque le energie rinnovabili, in particolare il vento (dal 2% al 6%). In calo invece i progetti captazione di metano dalle discariche (dal 10% al 6%) e dalle miniere di carbone (dall’8% all’1%).

I prezzi
I prezzi dei CER sono aumentati in 9 mesi del 50% e quelli degli ERU del 60%, segno che entrambi i mercati sono in forte crescita.

Caratteristiche favorevoli per i paesi ‘ospitanti’ di CDM
Risulta importante innanzitutto il livello di efficienza delle varie DNA (Designated National Authorities). Inoltre è importante la dimensione della quota potenziale di emissioni da ridurre.
Un rapporto dell’UNDP (United Nations Development Program) suggerisce un arco di tempo dai 3 ai 5 anni per costruire le capacità necessarie da parte di un paese ospite: segno che molti paesi in ritardo sono ancora in tempo per il 2012.

LS

29 dicembre 2006

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