Nucleare in ritardo

  • 13 Dicembre 2006

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Aumenta il ritardo nella costruzione del nuovo reattore nucleare finlandese. Un commento di Giuseppe Onufrio – Greenpeace Italia

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La dichiarazione dell’azienda finlandese TVO (Teollisuuden Voima) che il ritardo della costrizione del reattore nucleare a Olkiluoto OL3 è passato da 12 a 18 mesi non sorprende Greenpeace. Già dall’inizio abbiamo rilevato come la francese AREVA, per mantenere i costi sotto il tetto previsto, ha scelto di subappaltare a società senza la necessaria esperienza, come le parti in acciaio di parte della struttura di contenimento del reattore, saldati a mano da una ditta polacca.
Peraltro, delle 4 unità del reattore francese EPR esistenti solo una è stata costruita in meno di 10 anni, mentre gli altri tre hanno avuto ritardi di 2-3 anni rispetto al previsto. Tre su quattro reattori sono poi stati chiusi per un altro anno per risolvere problemi emersi già dall’inizio.
I problemi emersi nella costruzione non hanno solo conseguenze economiche – aumentano i tempi di costruzione e aumentano i costi che si rifletteranno sulla bolletta elettrica – ma hanno anche aspetti legati alla sicurezza e all’affidabilità del reattore, come ha ammesso perfino l’autorità di sicurezza finlandese.

Il rapporto rivela diversi problemi e violazioni delle norme di sicurezza nella costruzione del reattore, che è cominciata da meno di un anno:

  • La base di cemento non soddisfa i criteri di qualità richiesti e AREVA, la società francese che costruisce il reattore per conto della TVO ci ha messo mesi per intervenire e tuttora non è chiaro se i problemi riscontrati siano stati risolti, come emerge da un rapporto commissionato da Greenpeace;
  • Una società tedesca si è aggiudicata l’appalto per la costruzione della struttura di contenimento del reattore, parte essenziale per la sicurezza sia da eventi esterni che per gli incidenti. La società ha subappaltato parte del lavoro a una ditta polacca la cui principale esperienza è nella costruzione di scafi per pescherecci e non ha esperienza in campo nucleare. Il macchinario impiegato è antiquato e non soddisfa in nessun modo i criteri di qualità. La struttura di contenimento non soddisfa i criteri di qualità, ma AREVA non ha ancora presentato un piano di miglioramento e dunque non è chiaro se la STUK richiederà di rifare il tutto;
  • I piani presentati a STUK da Areva sono di qualità bassa per la scelta di subcontraenti senza la necessaria esperienza e AREVA ha continuato i lavori anche in casi in cui STUK non ha accettato i progetti presentati;
  • Nel corso dele verifiche di STUK 700 dei casi di non conformità già rilevati erano ancora in essere;
  • Il ritardo di 18 mesi annunciato dalla TVO è dovuto essenzialmente ai problemi riscontrati nei condotti che collegano l’isola nucleare al circuito secondario, uno dei punti più critici della sicurezza. I materiali scelti per le grandi condotte sembra mostrino problemi e il progetto per un errore non consente la necessaria accessibilità per la manutenzione. Secondo quanto dichiarato dalla TVO parte del lavoro deve essere rifatto.
  • La Commissione Europea ha annunciato che aprirà un’inchiesta per verificare se il sistema di sussidi pubblici al progetto si configura come aiuto di stato.

La previsione iniziale del costo del reattore di 3,2 miliardi di euro – la prima tranche è stata finanziata con un tasso di interesse di solo il 2,6% – verrà certamente superata a oltre i 4 miliardi già con i ritardi accumulati. Il tentativo di recuperare tempo o solo di non perderne ancora aumenta i rischi per la sicurezza: l’idea di costruire un reattore in 5 anni quando in Francia non si è riusciti a farlo in meno di 10 solleva seri dubbi sulla credibilità del progetto che dovrebbe rappresentare il rilancio del nucleare in Europa e dell’industria nucleare tout court.

Giuseppe Onufrio

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13 Dicembre 2006

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