Un’analisi condotta per conto dell’associazione Transport&Environment sull’andamento delle emissioni di anidride carbonica delle flotte di veicoli venduti in Europa dalle compagnie automobilistiche, mette in evidenza il ritardo complessivo nel raggiungimento dell’obiettivo di 140 grammi CO2/km entro il 2008 previsto dall’accordo volontario siglato dall’Acea (associazione delle case automobilistiche europee) nel 1998.
Un analogo accordo impegnava le associazioni automobilistiche asiatiche (Jama e Kama) con l’obbiettivo slittato di un anno.
Qual è dunque la situazione a 2-3 anni dalla tappa intermedia? Il quadro si presenta piuttosto negativo analizzando le emissioni del 2005. La riduzione necessaria per soddisfare l’impegno sarebbe del 4%/anno cioè 3-4 volte quanto si è registrato in passato.
Analizzando poi l’andamento delle varie case automobilistiche si scoprono dati interessanti.
Fiat risulta, ad esempio, la società più virtuosa con un’emissione media delle auto vendute nel 2005 di 139 g/km e una riduzione rispetto al 1997 del 30%. Un dato che stupisce è invece il fatto che agli ultimi posti ci siano tre case giapponesi.
Chiaramente l’andamento delle emissioni deriva dal mix di cilindrate messe in commercio. Chi vende Suv vede appesantita la propria media. Come pure la crescita della percentuale di vetture diesel ha contribuito non poco alla riduzione dei consumi specifici per alcune case.
Resta il fatto che complessivamente siamo lontani dall’obbiettivo del 2008 e lontanissimi da quello del 2012. Tutto ciò potrebbe spingere al passaggio da accordi volontari a targets vincolanti, come è indicato dalla Commissione nel recente Piano di azione sulla efficienza energetica.
La discussione nella UE su questo tema sarà dunque molto calda nei prossimi mesi.
G.S.
21 novembre 2006