Cucine a energia solare per l’Africa

  • 3 Novembre 2006

L'utilizzo delle cucine solari presso le popolazioni rurali del su del Mondo potrebbe attenuare fenomeni come la desertificazione ,il disboscamento e migliorare le condizioni di vita delle donne

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Quello della desertificazione e del disboscamento selvaggio è un problema cruciale per molte regioni del mondo. Per contrastarlo un contributo significativo potrebbe venire dalla diffusione delle cucine solari: sfida che in Italia è stata raccolta da due piccole associazioni locali aperte al resto del mondo. “Sono almeno due miliardi, un terzo dell’umanità, le persone che ancora oggi non hanno accesso alle fonti considerate tradizionali per l’energia e devono far fronte ai bisogni della vita quotidiana come possono: ad esempio, usando legna per cucinare, riscaldare, illuminare. O, in piccola parte, servendosi di combustibili fossili come il kerosene o il gasolio, che tuttavia hanno per molti costi inaccessibili”, ricorda il servizio, rilevando che “ancora oggi, quasi la metà degli alimenti viene preparata utilizzando legna, con la conseguena che il processo di disboscamento ha raggiunto livelli devastanti in molte regioni del mondo”, soprattutto in Africa. In Italia due associazioni – entrambe con sede a Trezzano sul Naviglio, a sud di Milano – si stanno attrezzando per valorizzare le “cucine solari”: “Salvambiente”, impegnata in campo ecologico e ambientale ([email protected]), e “Oltreilconfine”, che opera nel settore del commercio equo e solidale ([email protected]). “Abbiamo pensato a un progetto che potesse mettere insieme gli obiettivi e le competenze delle due associazioni – spiega Mercedes Mas, che è socia di entrambe – e di qui è nata l’idea di promuovere la diffusione delle cucine solari nei Paesi in via di sviluppo. La scarsità di legna, o meglio, quella che gli esperti chiamano la ‘crisi della legna’, è arrivata a livelli critici e per certi versi paradossali. In certe regioni è oggi più costoso quello che viene bruciato che il cibo che viene preparato. Di qui l’idea di far ricorso alle energie rinnovabili e in particolare all’energia solare, che è pulita, facilmente accessibile e praticamente a costo zero”.

Le cucine paraboliche
Le cucine solari parabboliche, (un kit montabile tedesco che costa circa 160,00 Euro), con la sua pentola nera, raggiungono i 200 gradi e permettono di cucinare dalla mattina alla sera (riorientando la parabola) e anche durante brevi periodi di insolazione (fra le pioggie). Sono di tecnologia molto semplice, a differenza di molta tecnologia esportata in Africa che è rimasta rottame inutile… Di facile manutenzione e montaggio, non hanno bisogno di “esperti” e il trasporto è accessibile (19 kg). Con le cucine solari si possono cucinare quasi tutti i piatti: bollire, friggere e infornare quasi come nella cucina di legna o kerosene. In Italia si possono acquistare presso www.ecorete.it.

L’inizio
Nel marzo 2003 le associazioni avviano una raccolta fondi in collaborazione con la scuola media Franceschi di Trezzano, con i quali sono state acquistate 3 cucine solari inviate in una scuola del Kerala (India). Grazie ad una coppia che ha inserito il progetto nella sua lista di nozze sono arrivati soldi per altre dieci cucine. E tra giugno e dicembre 2003 sono state inviate cucine solari in altri 10 paesi appoggiandosi a progetti di sviluppo già in atto: Nicaragua, Cuba, Benin, Eritrea, Centrafrica, Madagascar, Mozambico, Ciad, Tanzania e Mongolia. E ora si sta lavorando per Niger e Burkina Faso. In quasi tutti i luoghi l’accoglienza è stata stupita ed entusiasta. La sorpresa di poter bollire l’acqua gratis (cosa spesso inaccessibile) e che previene tante malattie, i vantaggi evidenti per le donne e per le famiglie di non dover spendere una media di 4 ore al giorno per la raccolta della legna e poter prendersi cura della famiglia, di un piccolo orto, la prevenzione di malattie respiratorie nelle donne, che cucinano ormai con legna verde e aspirano fumi nocivi.
“Non dappertutto però l’accoglienza delle cucine solari è stata entusiastica. In alcune regioni africane, infatti, queste grandi paraboliche hanno incontrato resistenze culturali e una certa diffidenza”. La sfida, ora, “è duplice: da un lato, è quella di introdurre le cucine solari nei campi profughi, dall’altro è quella di costruirle sul posto”. Un esperimento è stato compiuto dal Solar Cookers International (www.solarcooking.org) nei campi profughi del Kenya, dove sono state introdotte le cucine solari. Lo scorso anno, in particolare, sono stati distribuiti kit solari e svolta la formazione a 3.100 famiglie presenti nel campo di Kakuma, in una zona semidesertica del nord del Kenya. In Ciad fratel Pietro Rusconi, gesuita, ha già realizzato un centinaio di cucine solari a Sarh, dando allo stesso tempo lavoro a giovani locali e liberando le donne dalla “schiavitù del fuoco”. “le donne” spiega Pietro entusiasta “amortizzano in un mese la spesa della cucina con il risparmio sulla legna.

A cura di Salvambiente  e Oltreilconfine

3 novembre 2006

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