Le cucine paraboliche
Le cucine solari parabboliche, (un kit montabile tedesco che costa circa 160,00 Euro), con la sua pentola nera, raggiungono i 200 gradi e permettono di cucinare dalla mattina alla sera (riorientando la parabola) e anche durante brevi periodi di insolazione (fra le pioggie). Sono di tecnologia molto semplice, a differenza di molta tecnologia esportata in Africa che è rimasta rottame inutile… Di facile manutenzione e montaggio, non hanno bisogno di “esperti” e il trasporto è accessibile (19 kg). Con le cucine solari si possono cucinare quasi tutti i piatti: bollire, friggere e infornare quasi come nella cucina di legna o kerosene. In Italia si possono acquistare presso www.ecorete.it.
L’inizio
Nel marzo 2003 le associazioni avviano una raccolta fondi in collaborazione con la scuola media Franceschi di Trezzano, con i quali sono state acquistate 3 cucine solari inviate in una scuola del Kerala (India). Grazie ad una coppia che ha inserito il progetto nella sua lista di nozze sono arrivati soldi per altre dieci cucine. E tra giugno e dicembre 2003 sono state inviate cucine solari in altri 10 paesi appoggiandosi a progetti di sviluppo già in atto: Nicaragua, Cuba, Benin, Eritrea, Centrafrica, Madagascar, Mozambico, Ciad, Tanzania e Mongolia. E ora si sta lavorando per Niger e Burkina Faso. In quasi tutti i luoghi l’accoglienza è stata stupita ed entusiasta. La sorpresa di poter bollire l’acqua gratis (cosa spesso inaccessibile) e che previene tante malattie, i vantaggi evidenti per le donne e per le famiglie di non dover spendere una media di 4 ore al giorno per la raccolta della legna e poter prendersi cura della famiglia, di un piccolo orto, la prevenzione di malattie respiratorie nelle donne, che cucinano ormai con legna verde e aspirano fumi nocivi.
“Non dappertutto però l’accoglienza delle cucine solari è stata entusiastica. In alcune regioni africane, infatti, queste grandi paraboliche hanno incontrato resistenze culturali e una certa diffidenza”. La sfida, ora, “è duplice: da un lato, è quella di introdurre le cucine solari nei campi profughi, dall’altro è quella di costruirle sul posto”. Un esperimento è stato compiuto dal Solar Cookers International (www.solarcooking.org) nei campi profughi del Kenya, dove sono state introdotte le cucine solari. Lo scorso anno, in particolare, sono stati distribuiti kit solari e svolta la formazione a 3.100 famiglie presenti nel campo di Kakuma, in una zona semidesertica del nord del Kenya. In Ciad fratel Pietro Rusconi, gesuita, ha già realizzato un centinaio di cucine solari a Sarh, dando allo stesso tempo lavoro a giovani locali e liberando le donne dalla “schiavitù del fuoco”. “le donne” spiega Pietro entusiasta “amortizzano in un mese la spesa della cucina con il risparmio sulla legna.
A cura di Salvambiente e Oltreilconfine
3 novembre 2006