Clima

  • 31 Ottobre 2006

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La posizione di QualEnergia.it sul clima

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La comunità scientifica internazionale è pressoché unanime: il 2005 è stato uno degli anni più significativi in termini di eventi estremi legati al riscaldamento globale del pianeta. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), le emissioni dei gas climalteranti, tra cui l’anidride carbonica, sono cresciuti nell’Unione europea dell’1,5% nel periodo 2002-2003 [Relazione annuale sulle emissioni di gas serra 1990-2003], la temperatura globale è cresciuta dello 0,7% rispetto all’era preindustriale [EEA Europe Environment state outlook 2005], il livello degli oceani si innalza in continuazione, così come i ghiacciai continuano a sciogliersi come mai in passato. Questi sono solo alcuni degli effetti negativi dell’effetto serra, generato dall’eccessiva concentrazione di anidride carbonica ed altri gas in atmosfera. Le responsabilità? Secondo il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), le attività umane, in particolare l’utilizzo dei combustibili fossili nei settori energetico, industriale e dei trasporti, ma anche deforestazione, emissioni di metano da discariche e idrofluorocarburi.
La risposta della comunità internazionale è affidata al protocollo di Kyoto, il primo trattato internazionale che obbliga i paesi industrializzati a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra del 5,2% nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990. Le modalità per conseguire tale obiettivo sono molteplici: politiche nazionali, azioni volontarie, ma anche meccanismi flessibili, tra cui lo scambio dei diritti di emissione, e il riconoscimento del ruolo delle attività agroforestali come pozzi di assorbimento del carbonio. Il tutto, rafforzato da un sistema di risoluzione delle controversie unico ed innovativo in materia di trattati ambientali internazionali.
In tale ambito, la politica climatica europea assume un ruolo di primo piano a livello mondiale, con un sistema normativo complesso ed assai avanzato. La svolta nel marzo 2001, quando l’amministrazione Bush dichiara il disimpegno degli USA dal protocollo di Kyoto, ed a tempo di record la Commissione europea si presenta a Marrakech (COP7 novembre 2001) con un pacchetto di misure già confezionato: attuazione della prima fase del programma europeo sul cambiamento climatico, la proposta di ratifica del protocollo di Kyoto ed infine la proposta di direttiva relativa all’istituzione di un meccanismo europeo di scambio di emissioni.
A livello nazionale, un’Italia ancora troppo in ritardo rispetto agli altri partner europei in tema di protezione ambientale e lotta al cambiamento climatico, ma con un enorme potenziale in termini di riduzione dei gas ad effetto serra: dallo sviluppo delle fonti rinnovabili al miglioramento del livello di efficienza energetica, dagli interventi di sfruttamento del settore agroforestale alla mobilità sostenibile nel settore dei trasporti.

Leonardo Massai

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