Gli enti locali hanno un piano

  • 4 Ottobre 2006

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Quali sono gli strumenti di supporto decisionale alla pianificazione energetica a disposizione degli Enti Locali? Sono parecchi e la loro storia viene da lontano

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Sin dai primi anni ’80 si sono cominciati a sviluppare in tutta Europa studi per individuare pratiche e strumenti utili a supportare i decisori pubblici – nazionali ma anche, e forse soprattutto, regionali -nella pianificazione strategica delle scelte energetiche. La maggior parte di questi studi a partire dall’analisi della domanda energetica, prevedevano l’elaborazione di scenari di previsione, l’elaborazione di bilanci energetici, la valutazione del potenziale delle fonti energetiche rinnovabili e le interazioni tra ambiente e produzione di energia. In pratica si sono andati sviluppando tutti quegli aspetti conoscitivi necessari all’adozione di una vera e propria pianificazione strategica delle politiche energetiche. La centralità della pianificazione strategica viene sancita definitivamente agli inizi degli anni ’90 dalla Commissione Europea con la COM (91) 53 che ha ad oggetto proprio lo stato di fatto e le prospettive della pianificazione energetica nella Comunità Europea1. In questo documento viene, in particolare, posto l’accento sull’importanza della pianificazione energetica a livello regionale e locale poiché è a questa scala che si ritiene si possa agire per incidere effettivamente sul miglioramento della gestione della domanda energetica e per avviare uno sfruttamento pieno ed efficiente delle risorse energetiche non tradizionali disponibili. In questa Comunicazione viene, inoltre, analizzata la complessità inerente alla pianificazione energetica. Essa deve, infatti, tenere conto di una molteplicità di aspetti che vanno dai costi diretti degli interventi agli impatti sullo sviluppo economico, dall’impatto ambientale all’accettabilità sociale delle misure, dalla disponibilità di informazioni alla capacità locale di accedere alle tecnologie.

Agli inizi degli anni ’90 emerge così, di pari passo con l’esigenza di promuovere una sempre più vasta adozione della pianificazione energetica locale2, la necessità di dotare le Autorità Locali di strumenti idonei ad operare in modo efficace tale pianificazione. Accanto allo sviluppo di leading case di pianificazione energetica locale, alla costruzione e alla diffusione di database sulle tecnologie e all’elaborazione di linee guida, si cominciano a attivare dei Sistemi di Supporto Decisionale (SSD) basati su programmi informatici. Gli SSD sono dei programmi che permettono di valutare in modo comparato gli impatti di alternative decisionali sviluppando modelli previsionali e simulazioni. Questi sistemi nascono concettualmente negli anni ’50 ma trovano solo nei tardi anni ’60, grazie all’evoluzione dei sistemi informatici, uno sviluppo applicativo che non li configura solo come dei sistemi di raccolta e rendicontazione delle informazioni ma anche come dei veri e propri sistemi di supporto gestionale in grado di fornire all’utilizzatore precise indicazioni operative3. Ma è solo partire dagli anni ’90 in concomitanza con la diffusione dell’uso dei computer, che si assiste ad un loro sviluppo ed un’applicazione sia nel campo della gestione di impresa che in quello della decisione pubblica. La loro applicazione alle decisioni energetiche riceve impulso soprattutto dai programmi di ricerca finanziati dalla Comunità Europea. Il primo SSD espressamente concepito per la pianificazione energetica è il SAFIRE Model, sviluppato nella prima metà degli anni ’90 nell’ambito del Programma Joule II della DG Research. La prima versione di questo programma, concepita per le Autorità Nazionali, vede successivamente lo sviluppo di un applicativo disegnato appositamente per le Autorità Locali. Il SAFIRE è costituito da un database e da un software e permette di valutare tutta una serie di aspetti rilevanti per l’adozione delle diverse tecnologie come la loro penetrazione nel mercato, il loro costo, le loro emissioni inquinanti e il loro valore aggiunto. Accanto a questo strumento ne nascono altri come il sistema Serpente (Sistema Esperto per il RisParmio Energetico Nelle Tecnologie Elettriche) che fornisce uno scenario previsionale del risparmio energetico ed economico e dei principali impatti ambientali derivanti dall’applicazione delle più diffuse tecnologie per l’efficienza dei consumi elettrici4. Sebbene questi strumenti si siano rivelati di grande utilità, essi tuttavia non affrontano alcuni aspetti cardine per l’efficacia della pianificazione energetica.

Il primo aspetto, e senz’altro più importante, è quello della contestualizzazione socio-economica della decisione. Le scelte energetiche pubbliche, infatti, non possono ignorare ai fini della loro efficacia degli aspetti divenuti sempre più rilevanti come il livello di consapevolezza dei cittadini e gli interessi su cui esse incidono. Inoltre è importante che queste decisioni riescano ad assumere una dimensione strategica, siano cioè da una parte coerenti e sinergiche con i livelli di pianificazione sovraordinata e dall’altra parte in grado di inserirsi in modo attivo nelle dinamiche di sviluppo in atto nel contesto in cui intervengono. Diventa cioè, necessario, essere in grado di cogliere le occasioni che uno specifico contesto è in grado di offrire al verificarsi di determinate condizioni (risorse private, interessi convergenti, bisogni diffusi, ecc…)
Un altro aspetto da considerare è quello del rapporto tra SSD e processo decisionale. L’SSD per non rimanere uno strumento di simulazione fine a se stesso non può pretendere di sostituirsi al processo decisionale pubblico fornendo verità precostituite. Esso deve al contrario inserirsi nei diversi passaggi di questo processo decisionale dando un supporto in progress e non sentenze inappellabili estranee alla dialettica politica e dal confronto sociale. Deve essere in grado di recepire ed elaborare in corso d’opera gli input che provengono dalle diverse fasi del processo decisionale, dalla costruzione dell’agenda politica alla creazione del consenso fino alla decisione vera e propria. Si pensi in questo senso all’importanza che l’SSD non rimanga estraneo ai momenti partecipativi prigioniero di parametri di valutazione estranei a quelli condivisi dalla comunità ma che al contrario contribuisca a facilitare tali processi recependo nel proprio sistema di valori gli input che da essi derivano. Infine è importante che un SSD sia in grado di fornire al decisore non solo risposte su quale è la decisione “teoricamente” migliore ma anche sulle soluzioni necessarie a renderla in concreto la “migliore”, cioè in grado di far fronte efficacemente ai rischi che ogni decisione inevitabilmente si porta dietro. Si tratta come è facile capire di esigenze a cui non è semplice dare risposta. Un contributo al perfezionamento degli SSD si è avuto recentemente con il progetto LETIT (Local new Energy Technology Implemen acTion) , coofinanziato dalla Commissione Europea DG Research nell’ambito VI Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico, e che si è concluso nell’aprile del 2006. LETIT nasce proprio per cercare di fornire un approccio innovativo allo sviluppo dei Sistemi di Supporto Decisionale che tenga appunto conto delle esigenze sopra menzionate.
All’interno del progetto LETIT l’SSD è parte di un vero e proprio percorso di progettazione e pianificazione di una strategia partecipata di sviluppo energetico a livello locale. Un percorso che in ogni fase decisionale fornisce la possibilità di avere il supporto più adeguato. Consapevole del patrimonio a disposizione delle autorità territoriali e del loro potenziale nel caso di una maggiore valorizzazione energetica, il progetto ha perseguito il raggiungimento di 4 obiettivi principali:
– identificazione e riduzione delle barriere allo sviluppo degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili a livello locale;
– sviluppo di metodologie innovative per valutare i costi e i benefici collegati alle nuove tecnologie;
– aumento degli investimenti nel medio e lungo termine in quelle tecnologie energetiche sostenibili che permettono di soddisfare le necessità economiche e sociali locali ma anche di perseguire gli obiettivi di sostenibilità ;
– sviluppo di modelli innovativi per ridurre i rischi legati all’adozione delle nuove tecnologie.
Il percorso operativo disegnato da LETIT prevede di mettere le Autorità Locali in condizione di sfruttare al meglio i beni (assets) e le risorse, da loro controllati e gestiti, che hanno significative e non pienamente utilizzate potenzialità dal punto di vista della sostenibilità energetica. Questo percorso prevede le seguenti fasi:
– uso delle metodologie di partecipazione e di una scheda di analisi delle politiche locali per definire il quadro di riferimento entro cui sviluppar il processo di pianificazione e progettazione;
– uso di una check-list per l’identificazione delle risorse e dei beni per una politica energetica sostenibile;
– uso di uno strumento di priorizzazione delle risorse e dei beni per selezionare beni e risorse;
– uso di una Matrice di Identificazione delle Tecnologie e di un Dossier delle Tecnologie per selezionare le tecnologie;
– uso di specifici strumenti per l’analisi consti benefici e di una matrice per valutare le esternalità da utilizzare per la progettazione degli interventi;
– uso di uno strumento per l’ identificazione e la gestione dei rischi degli interventi;
– uso di un modello per l’elaborazione di un Piano d’Azione Energetico.
Lo strumento sviluppato dal progetto e testato nei paesi partner, consente alle Autorità Locali, di individuare, quali sono le principali risorse valorizzabili ed ottimizzabili dal punto di vista dell’uso dell’energia, e di selezionare le tecnologie necessarie a tale valorizzazione, valutando la fattibilità degli interventi attuabili.

Massimo Bastiani – Marco Mirabile, ECOAZIONI per lo sviluppo locale sostenibile([email protected]).

1 Rilevante in questo senso anche la precedente COM (90) 218 che pone l’accento sulla pianificazione energetica urbana.
2 Vedi, in questo senso, per l’Italia la Legge 9 gennaio 1991 n. 10 che introduce l’obbligo dei Piani Energetici Regionali.
3 Per un’analisi approfondita dell’evoluzione concettuale dei sistemi di supporto decisionale dagli studi teorici portati avanti al Carnegie Institute of Technology tra i tardi anni ’50 e i primi ’60 e i primi sistemi informatici di supporto decisionale operativi sviluppati prevalentemente al Massachusetts Institute of Technology negli anni ’60 si può fare riferimento agli studi condotti da Keen and Scott Morton, (1978).
4 Gli SSD per la pianificazione energetica non vengono sviluppati solo in Europa. Numerosi sono i progetti avviati in tutto il mondo. Si veda, solo a titolo di esempio, il progetto RETScreen sviluppato dal Ministero delle Risorse Naturali Canadese o il progetto “Decision Support System for Regional Domestic Energy Planning” sviluppato dall’Energy Research Group del Centro per le Scienze Ecologiche dell’Indian Institute of Science (TV Ramachandra , S Vamsee Krishna and B V Shruthi, 2005)
5 Il progetto LETIT – http://letit.energyprojects.net/ – è coordinato dalla società inglese ESD Ltd e vede il coinvolgimento di 5 paesi europei, oltre all’Inghilterra, la Polonia, la Repubblica Ceca, il Portogallo e l’ Italia rappresentata da: Ecoazioni, Innova, ASM, i Comuni di Terni, Acquasparta e Massa Martana. Lo strumento sviluppato dal progetto può essere scaricato gratuitamente dal sito http://www.rgesd-sustcomm.org/LETIT/TK_ENG_LETIT.htm

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