I problemi del conto energia

  • 19 Luglio 2006

Incentivazione troppo elevata e tetto massimo ammissibile  troppo basso. Questi i due principali problemi del Conto energia nel nostro Paese. di Gianni Silvestrini

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Le richieste di utilizzo del finanziamento con il conto energia hanno superato in 7 mesi 1.700 MW. Per dare un ordine di grandezza, si tratta di un valore oltre 300 volte superiore alle installazioni in Italia del 2005 ed è una quantità superiore alla potenza totale installata nel mondo lo scorso anno (1.460 MW). Se questa valanga di domande può essere considerata un segno della vitalità della tecnologia, essa rappresenta anche il fallimento di un sistema di incentivazione impostato male fin dall’inizio. Due le caratteristiche negative di questo schema sbilanciato: compenso per l’elettricità solare troppo elevato e tetto massimo ammissibile all’incentivo troppo basso. Insomma, gli ingredienti certi per avviare un meccanismo di “stop and go” esiziale alla crescita di una sana industria solare. Questo boom peraltro si registra in una fase di prezzi crescenti dei moduli sul mercato mondiale a causa della difficoltà nel recuperare il silicio di grado solare necessario per produrre le celle, situazione che non si sbloccherà prima del 2008. Ora si pone il problema di come gestire questo enorme numero di domande, ma soprattutto di come rivedere il meccanismo di incentivazione.

 

I soliti furbi

Un’analisi delle richieste inviate al Grtn consente intanto di evidenziare la categoria dei “furbi”, cioè di coloro che per by-passare le condizioni previste per gli impianti con potenza superiore ai 50 kW hanno presentato 2, 3, 10, 100 richieste separate ma da realizzare nello stesso sito a terra, ciascuna con potenza poco inferiore ai 50 kW. C’è chi è arrivato a presentare 190 domande per impianti contigui per una potenza cumulativa di oltre 9 MW. Il Kyoto Club ha avanzato una proposta per garantire una sana crescita accelerata del solare italiano. Si prevede in particolare di limitare la potenza relativa ai grandi impianti mettendo a gara tutte le proposte di impianti a terra sopra i 20 kW. Si propone inoltre di eliminare i tetti massimi di potenza per il fotovoltaico integrato nell’edilizia e di rivedere le tariffe premiando, tra l’altro, gli utenti in funzione dei loro consumi elettrici. In questo modo verrebbe avvantaggiato chi consuma di meno rispetto alla media del triennio precedente e si eviterebbe il rischio di veder aumentare artificialmente i consumi al fine di valorizzare l’elettricità solare prodotta.

Resta comunque il problema di come gestire l’enorme livello di domande che si è accumulato (migliaia di richieste sono pervenute anche nel mese di giugno, malgrado un comunicato del Grtn avesse indicato il superamento del tetto annuale). Considerando anche le difficoltà mondiali di produzione di celle, sembrerebbe logico accettare le domande pervenute secondo i limiti previsti per il 2006, riavviando il meccanismo nel 2007 secondo la nuova procedura di assegnazione.

 

La situazione futura

Quanti MW si installeranno nei prossimi mesi? Difficile dirlo, ma visti i tempi previsti dalla norma per la realizzazione degli impianti è probabile che molti proponenti tenderanno a spostare il più avanti possibile le installazioni. Vanno anche considerate le difficoltà autorizzative, una certa quota di mortalità nelle proposte accettate e in particolare la possibilità che diverse domande “multiple” nello stesso sito non vengano alla fine realizzate. D’altra parte, occorre mettere in conto le code dei programmi in conto capitale (10.000 tetti) che si realizzano solo ora per la lentezza di alcune regioni (caso limite, e clamoroso, quello della Sicilia). Con queste premesse si potrebbe stimare la realizzazione di 15-20 MW nel 2006, potenza che potrebbe passare a 100-120 MW nel 2007, per poi salire notevolmente nel biennio 2008-2009. Il grosso delle realizzazioni si avrebbe quindi nella fase di calo dei prezzi dei moduli, quando si sarà cioè invertita l’attuale tendenza all’aumento che ha riportato i costi ai livelli di tre anni fa.

Questa tempistica consentirebbe al sistema-Paese di attrezzarsi adeguatamente. Dalla progettazione all’installazione dei sistemi, dalla capacità degli Enti locali di valutare i progetti, alla predisposizione, da parte del sistema finanziario, di offerte interessanti per questa tecnologia.

I prossimi anni dovranno anche servire a far ripartire la ricerca e a realizzare in Italia alcuni impianti di produzione di celle, condizione essenziale per uno sviluppo serio del solare nel nostro Paese. Ma è chiaro che il mercato aspetta segnali certi dal Governo sulla definizione di un meccanismo di incentivazione sostenibile per il Paese e al tempo stesso con prospettive tali da consentire forti investimenti nel settore.

di Gianni Silvestrini

L’articolo comparirà sul prossimo numero di FV fotovoltaici – edita da Artenergy Publishing

3 luglio 2006

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