Il contributo, basato su un’approssimativa conoscenza del tema e con riferimenti bibliografici decisamente datati, riporta una stima dei costi di acquisto e di esercizio per alcuni veicoli a basso impatto e stranamente non riporta alcun dato relativo ai veicoli a metano.
Ottimo spunto per tutte le ricerche “veramente” ambientaliste che potranno facilmente riadattare le tesi esposte dagli autori: le omissioni degli stessi riguardano le numerose agevolazioni per l’utilizzo dei mezzi a impatto zero (non sottoposti ad alcun blocco della circolazione), la possibilità di accesso alle aree urbane centrali di numerose città, i ridotti costi di esercizio (in termini di costi carburante e tasse).
Le principali obiezioni alla tariffazione dell’accesso alla parte più pregiata della città sono le seguenti:
– non può essere altro che un disincentivo alla domanda di trasporto,
– non risulta in grado di modificare le determinanti strutturali della mobilità (struttura urbanistica della città, numero di automobili di proprietà, innovazioni applicate al trasporto, preferenze dei viaggiatori),
– costituisce una forma di tassazione regressiva di un consumo essenziale,
– rafforza la visione mercantile ed economicistica della nostra società, quali determinanti principali dei comportamenti individuali e sociali, a scapito delle motivazioni virtuose, etiche e solidaristiche.
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