Per Kyoto senza Kyoto

  • 26 Maggio 2006

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L'Australia si avvicina alle posizioni del protocollo di Kyoto. Un'iniziativa importante che riguarda tutta l'area e coinvolge miliardi di persone. di Michele Villa

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Come noto l’Australia non ha ratificato il Protocollo di Kyoto. Con altri cinque paesi (Cina, India, Giappone, Corea e Stati Uniti) ha dato vita all’Asia Pacific Partnership on Clean Development and Climate (AP6) che, almeno nelle intenzioni dichiarate, non si contrappone bensi’ è complementare al Protocollo di Kyoto, ispirandosi agli stessi principi dell’UNFCCC. Al di là degli aspetti politici relativi alla partecipazione o meno al Protocollo, non c’è dubbio che l’AP6, i cui partecipanti rappresentano la metà della popolazione mondiale, sia un’iniziativa di cui tenere seriamente conto.
In questo contesto l’Australia, che ha ospitato la prima riunione, sembra aver preso sul serio l’impegno, sulla base di alcuni fatti:

• I trend emissivi sembrano in linea con l’obiettivo di Kyoto (che comunque il paese intende rispettare) pari al +8% tra il 1990 ed il periodo 2008-2012; le emissioni totali di CO2eq sono passate 551,9 Mt a 564,7 Mt con un incremento del 2,3%; occorre dire che il contenimento e’ stato possibile soprattutto grazie a modifiche nell’uso del suolo e a politiche di forestazione, che hanno abbattuo le emissioni associate da 128,9 Mt a 35,5 Mt;

• L’intensità delle emissioni di gas serra (misurata come emissioni per dollaro di PIL), èscesa nello stesso periodo da 1,1 a 0,7 kg CO2eq

• Le emissioni pro-capite (misurate sul numero di abitanti), che rappresentano il dato più eclatante, sono diminuite da 32,3 a 28,2 t/ab.

Le emissioni australiane provengono prevalentemente dalla produzione energetica (50%), seguite dall’agricoltura (16%) e dai trasporti (13%).
Considerando le emissioni pro-capite, tra le piu’ elevate al mondo, ed il fatto che il boom economico attuale portera’ ad un ulteriore incremento delle emissioni, e’ evidente che lo spazio per politiche di riduzione tramite iniziative di risparmio energetico e di maggiore efficienza del sistema e’ assai ampio. In questo contesto l’Australia ha gia’ investito 1,8 miliardi di Dollari Australiani (1,1 miliardi di Euro) di cui 500 milioni in tecnologie a bassa emissione ed altri 500 milioni in fonti rinnovabili.
Accanto alle iniziative poste in atto Governo federale, vi sono poi politiche e strategie sviluppate a livello locale dagli stati della federazione.
La strategia di riduzione del Western Australia
Il governo del Western Australia, favorevole ad una ratifica nazionale del Protocollo di Kyoto, ha adottato nel 2004 una Greenhouse Strategy per fronteggiare il costante aumento delle emissioni di gas serra dovute alla forte espansione economica guidata dai settori dell’Oil&Gas e minerario. Le principali fonti di emissione sono costituite dai combustibili fossili e dall’allevamento di bestiame.
La strategia si basa su 8 elementi:

• Un impegno diretto del governo tramite il programma Energy Smart Government, che impone obiettivi di riduzione dell’uso dell’energia alle agenzie governative e l’utilizzo di almeno il 5% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili;

• La riduzione delle emissioni a livello settoriale, con sistemi di reporting per conoscere e monitorare i progressi nella riduzione, fondi dedicati all’abbattimento delle emissioni, sistemi di trading a differenti livelli ed iniziative specifiche per settore;

• Un’attivita’ di sequestrazione del carbonio tramite rivegetazione e sequestrazione geologica, soprattutoo nei nuovi giacimenti di gas naturale fortemente sfruttati a nord del paese;

• L’incentivazione di opportunita’ di investimento e di business in tecnologie a basse emissioni di gas serra;

• L’adozione di iniziative di adattamento per prepararsi agli impatti inveitaili dei cambiamenti climatici;

• Il coinvolgimento di amministrazioni locali ed altri stakeholder per l’adozione di azioni in linea con la strategia;

• La ricerca scientifica allo scopo di informare correttamente tutti i soggetti interessat;

• L’intervento attivo del governo del Western Australia nei negoziati internazionali.

La stategia si integra in altri programmi nazionali rivolti soprattutto ai grandi soggetti consumatori di energia come l’iniziativa Greenhouse Challenge (che interessa società come Western Power, Alcoa, Woodside e Wesfarmers) o il nuovo Energy Efficiency Opportunities Act che impegnerà le grandi corporation al raggiugimento di target di miglioramento. La sfida per garantire un forte sviluppo carbon free è  tutta da giocare.

Michele Villa – ERM Perth, Western Australia

26 maggio 2006

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