Se crolla il carbonio

  • 2 Maggio 2006

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I prezzi dei certificati d'emissione sono al ribasso. Ciò è dovuto alla comunicazione di alcuni Paesi circa la riduzione delle emissioni di CO2

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I prezzi delle EUA (certificati di emissione) scendono più del 50% in una settimana. Il 28 aprile, a ridosso della chiusura dei mercati per il lungo fine settimana del primo maggio, sui mercati SPOT delle EUA i prezzi sono scesi a 13,60 euro, rispetto ai 29 euro della settimana precedente.

Il valore delle EUA è collassato in seguito ai rapporti pubblicati da Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Olanda, Spagna e la regione della Vallonia (Beligio) sulle emissioni di CO2 dei settori soggetti all’UE ETS (Emissions Trading Schema dell’Unione Europea). Questo primo gruppo di Paesi che ha comunicato un quantitativo di emissioni molto al di sotto delle attese ha generato un crollo della domanda di EUA e un’immediata contrazione del prezzo.

Quanto accaduto è da ricondurre unicamente alle caratteristiche stesse del mercato, fortemente elastico e basato su un sottostante intangibile e non fungibile. Gli esperti del settore già mesi fa avevano anticipato questo possibile rischio, che potrebbe addirittura portare vicino allo zero il valore delle EUA. Ma caratteristica dei mercati con forte elasticità è anche l’incremento repentino dei prezzi in caso di scarsità del bene, e in questo caso il prezzo delle EUA potrebbe rapidamente ritornare ai livelli massimi, fino a toccare quota 40 euro, corrispondente alla penale per il periodo 2005-2007.

Ora si attende con una grande apprensione sia i risultati delle prime operazioni sui mercati SPOT dopo la pausa del primo maggio, sia la pubblicazione dei rapporti sulle emissioni di 19 Paesi di cui Gran Bretagna, Germania, Italia, Polonia e Portogallo (questi paesi da soli contano più del 50% delle emissioni soggette all’EU ETS). Il 15 maggio si saprà se per anche questi Paesi siano state allocate quote di emissioni per un quantitativo del 10% superiore alle necessità. Il collasso del mercato, invece, potrà essere evitato solo in presenza di un deficit di almeno 40 milioni di tonnellate di CO2.

Saranno quindi importati le prossime due settimane. L’andamento dei prezzi, sia SPOT che FORWARD, ci indicheranno le aspettative del mercato e il grado di fiducia degli operatori, ma il momento più importante sarà l’uscita dei rapporti dei 19 Paesi ancora mancanti. Cosa succederà dovesse confermarsi anche in questo caso la sovra assegnazione delle quote e quindi il crollo dei prezzi delle EUA? Questa sarà una delle occasioni chiave per verificare la volontà politica dei Paesi dell’Unione Europea nell’applicazione del protocollo di Kyoto e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Carlo Maria Magni
2 maggio 2006

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