Bufale da ministero

  • 26 Aprile 2006

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Sul clima le opinioni varie. Un convegno "scientifico" del Ministero dell'ambiente le spara troppo grosse

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Certe cose è meglio appuntarsele e mandarle a memoria. Parliamo di un convegno che si è tenuto quasi un anno fa, giugno 2005, a cura del Ministero dell’Ambiente, reggenza Matteoli, che faceva parte di una serie di azioni di comunicazione per mettere punto una vera e propria offensiva revisionista per ciò che riguarda l’ambiente.  La serie di appuntamenti dal titolo rassicurante e neutro “Ambiente è sviluppo” è iniziata, e non avrebbe potuto essere diversamente nell’anno dell’attivazione di Kyoto, occupandosi di cambiamenti climatici.

Già dalle prime battute di Paolo Togni direttore della comunicazione del Ministero – riportate fedelmente nel documento allegato che trattandosi di comunicazione istituzionale non può essere tacciato di partigianeria – si vede dove il convegno volesse andare a parare.

«Sviluppare una cultura ambientale alternativa all’approccio biocentrico o ecocentrico riportandola su una posizione antropocentrica e teocentrica». Queste le premesse che in un paio di righe, intrise più di filosofia che di scienza, fanno piazza pulita di decenni di indagine scientifica sullo stato ambientale del nostro Pianeta.

«Le attività umane non rappresentano il cancro del pianeta, – continua convinto Togni- al contrario lo sviluppo e la migliore qualità della vita migliorano anche l’ambiente. Il bene dell’uomo migliora e sviluppa l’ambiente, ed anche per questo motivo si è scelto il tema: “Ambiente è sviluppo”».

Ed ecco che assolte in blocco le attività antropiche attraverso un fumoso concetto di “bene” non meglio identificato si può procedere allo “smontaggio” delle tesi scientifiche su cambiamenti climatici, non prima però di aver scomodato il Santo Padre a supporto delle proprie tesi.

«Le linee programmatiche del Ministro dell’Ambiente, vanno nella direzione chiaramente esposta dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, – afferma ancora Togni – che al numero 465 riporta un intervento di Giovanni Paolo II: “L’umanità di oggi, se riuscirà a congiungere le nuove capacità scientifiche con una forte dimensione etica, sarà certamente in grado di promuovere l’ambiente come casa e come risorsa a favore dell’uomo e di tutti gli uomini, sarà in grado di eliminare i fattori di inquinamento, di assicurare condizioni di igiene e di salute adeguate per piccoli gruppi come per vasti insediamenti umani. La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizione che prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno”»

Per il resto lasciamo al lettore il piacere della scoperta che può attingere al documento originale, una serie di concetti astratti  che vanno a sostegno della “poca importanza” dei cambiamenti climatici fino ad arrivare “all’inutilità” del Protocollo di Kyoto.

Sergio Ferraris

27 aprile 2005

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