Il finto revival del nucleare

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Il ritorno dell'energia nucleare non è credibile. Sia dal punto di vista ambientale sia sotto al profilo economico

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La ricorrenza di Chernobyl impone una riflessione sul futuro dell’energia nucleare. L’incidente di 20 anni fa e la liberalizzazione dei mercati elettrici hanno praticamente bloccato lo sviluppo di questa filiera tecnologica. “Too cheap to meter”, troppo a buon mercato per doverla misurare ai contatori, sostenevano negli anni Sessanta gli entustiasti fautori del nucleare. La realtà è stata molto diversa. I costi elevati e la diffusa opposizione dell’opinione pubblica ne hanno affossato le prospettive.
Secondo il Dipartimento dell’energia americano nei prossimi 20 anni la quota di elettricità prodotta dalle centrali nucleari dovrebbe ridursi dal 16 al 12% su scala mondiale. Semplicemente per rimpiazzare le centrali esistenti andrebbe costruito un reattore ogni due mesi, molto al di sopra delle attuali previsioni.
Adesso però sembra che il vento stia cambiando. Se nel gennaio 2005 su Google la combinazione “nuclear power revival” forniva 41.600 riferimenti, adesso si è passati a 2.080.000.
Gli alti prezzi del petrolio, ma sopratutto l’emergenza climatica, hanno fatto riemergere le potenti lobbies atomiche. In Gran Bretagna, il paese dove più apertamente si parla di una ripresa del nucleare, entro la fine di luglio il governo deciderà se riprendere in considerazione un’opzione che sembrava seppellita dal disastro economico della British Energy, la società che gestisce gli impianti atomici inglesi. E’ comunque significativo il fatto che lo scorso 16 aprile il Parlamento inglese abbia reso pubblico un documento molto critico rispetto a questa ipotesi e favorevole al ricorso all’efficienza energetica, al gas e alle rinnovabili
Sulla scena mondiale, Bush e Putin spingono molto per il rilancio del nucleare. Ne parlava anche Berlusconi…
Ma quali sono le reali prospettive?
Se negli scorsi 20 anni le centrali a gas a ciclo combinato hanno surclassato economicamente il nucleare, guardando ai prossimi 20 su può pensare che saranno le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e la cogenerazione a contendere lo spazio al revival atomico. Se negli ultimi 10 anni la potenza eolica installata su scala mondiale è stata doppia rispetto al nuovo nucleare, entro il 2010 il nuovo eolico sarà 10 volte maggiore in termini di potenza rispetto al nucleare.
Vedremo se la campagna capitanata dagli Usa, che per favorire il rilancio della tecnologia hanno introdotto per le nuove centrali un incentivo di 1,8 centesimi di dollaro al kWh prodotto, riuscirà a evitare che il nucleare venga ricordato come il più grande disastro industriale della storia dell’umanità.

Per maggiori informazioni
www.publications.parliament.uk/pa/cm200506/cmselect/cmenvaud/584/58403.htm

 

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