Salute e cambiamenti climatici in Italia: il rischio di andare sopra i 2 gradi

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Un documento della Fondazione CMCC prevede che nello scenario più pessimista con le più alte concentrazioni di CO2 e senza alcuna azione di mitigazione in Italia l'aumento della temperatura sarebbe di almeno 4 °C tra il 2071 e il 2100. Quali gli impatti sulla salute?

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In uno scenario caratterizzato da più alte concentrazioni di CO2 e associato ad assenza di politiche di mitigazione si stimano incrementi di temperatura media sull’intera penisola nell’ordine di 4 °C per l’ultimo trentennio del XXI secolo (2071-2100), con un incremento atteso degli eventi estremi di precipitazione e una diminuzione delle piogge soprattutto al meridione.

Questo è il più estremo scenario elaborato dalla Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti Climatici) nell’ambito del proprio contributo al “Who Unfccc Climate and health country profile for Italy”, presentato ieri, 6 marzo, a Roma.

Si tratta della prima analisi intersettoriale e multidisciplinare realizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (World health organization- Who) e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United nations framework convention on climate change – Unfccc).

Nel secondo scenario che viene elaborato, invece, sono considerate alcune misure per contenere la concentrazione di CO2 in atmosfera.

In questo caso gli aumenti di temperatura attesi si attesterebbero su 2-3 °C in media, e meno evidenti sarebbero le riduzioni di precipitazione cumulata e gli incrementi nella frequenza degli eventi intensi.

Un ultimo scenario è quello molto più ottimista. Paola Mercogliano, direttore della Divisione di ricerca Remhi – Regional Models and geo-Hydrological Impacts, che ha coordinato il contributo di CMCC spiega che è l’unico che non determina un innalzamento della temperatura media globale alla superficie degli oceani e del suolo entro la fine del XXI secolo superiore a 1,5 °C rispetto al periodo pre-industriale.

Un documento con le conoscenze scientifiche più avanzate, i dati più attuali, gli scenari futuri, le aree di impatto più rilevanti a cui la Fondazione CMCC ha ha partecipato fornendo analisi relative alle aree urbane, con particolare riferimento a come cambieranno i fenomeni delle ondate di calore e come il cambiamento climatico possa incidere sulla qualità dell’aria.

“Grazie alla ormai decennale esperienza maturata dal CMCC nell’ambito della modellistica climatica regionale ad alta risoluzione possiamo fornire analisi molto dettagliate dal punto di vista geografico e con ottime capacità di rappresentare le caratteristiche climatiche italiane, sia in termini di valori medi che estremi”, spiega Paola Mercogliano.

“Ci sono diversi aspetti del clima che hanno un effetto importante sulla salute in Italia. Ad esempio temperature elevate che si prolungano per periodi più lunghi del solito, oppure precipitazioni troppo abbondanti e violente o, al contrario, lunghi periodi in cui non piove”, spiegano gli autori del lavoro.

Gli effetti di questi cambiamenti sulla salute pubblica sono approfonditi nel Country profile (vedi allegato in basso) che costituisce una base originale e scientificamente solida, per far crescere la consapevolezza dei cittadini e dei decisori, indurre azioni educative e di integrazione delle politiche di sorveglianza e risposta rapida alle emergenze, aumentare la resilienza dei sistemi socio-sanitari e ambientali per una prevenzione “olistica” finalizzata ad azioni comuni per la protezione della salute umana e del pianeta.

Il progetto ha coinvolto più di 40 esperti scientifici di 12 istituzioni di sanità pubblica, di climatologia, di studio degli ecosistemi, con la partecipazione del ministero dell’Ambiente, attraverso il coordinamento del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità e la collaborazione dell’Oms.

I risultati e le strategie delineate nel profilo del paese italiano serviranno anche come documento base per la prossima Conferenza globale dell’Oms sull’inquinamento atmosferico e la salute, che si svolgerà a Ginevra dal 30 novembre al 1 ottobre 2018.

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