Contro il mantra della crescita serve un’economia leggera

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In due recenti saggi, "L’economia della ciambella" e "Prosperità senza crescita", vengono delineati gli elementi fondamentali per impostare una macroeconomia post-crescita e una visione del progresso con al centro l’essere umano e non l'economia. Un articolo di Gianfranco Bologna.

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L’articolo è stato pubblicato sul n.4/2017 della rivista QualEnergia con il titolo “Economia leggera”

La sfida più grande, a livello mondiale, che hanno le società umane è quella di costruire e praticare nuovi modelli economici che si devono tradurre in nuove norme di vita e di azione sulla Terra.

Modelli che siano chiaramente consapevoli dei pesanti limiti biofisici presenti sul nostro Pianeta che non possono consentire un utilizzo infinito di risorse e una crescita smisurata di flussi di materia ed energia sottratta ai sistemi naturali per alimentare i nostri complessi sistemi sociali.

La netta sensazione, che l’ampia conoscenza scientifica sin qui acquisita ci ha fornito, è che la finestra temporale per agire in questo senso diventi sempre più limitata, considerato il persistere di un atteggiamento diffuso di inazione e rimandi, quando non addirittura di negazione del problema.

I volumi che, con immenso piacere, ho curato per l’edizione italiana (Edizioni Ambiente), costituiscono un fondamentale contributo in questo senso. Mi riferisco al libro di Kate Raworth, “L’economia della ciambella. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo” e a quello di Tim Jackson, “Prosperità senza crescita. I fondamenti dell’economia di domani”.

Ho già avuto modo di parlare in questa rubrica (“Sostenibilità possibile”, vedi ad esempio qui) dell’accattivante volume della Raworth che ha partecipato a diverse occasioni in Italia, delle quali l’ultima, lo scorso settembre all’Aurelio Peccei Lecture 2017 presso la Camera dei Deputati (vedi anche “L’economia della ciambella: come rendere concreto il concetto di sostenibilità).

Il volume di Tim Jackson è una riedizione del suo classico, pubblicato nel 2010, che ha avuto molto successo a livello mondiale del quale, anche in quel caso, ho curato nel 2011 l’edizione italiana. Jackson traccia gli elementi fondamentali per impostare una macroeconomia post-crescita che ritiene ormai ineludibile.

Il tentativo è di indicare e specificare una visione del progresso ponendo al centro l’essere umano. In questa nuova situazione, l’obiettivo delle attività economiche è quello di offrire alle persone la possibilità di prosperare, considerando limiti ambientali e sociali che non possono essere elusi.

Le attività economiche devono “muoversi con leggerezza” sulla Terra, tenendo conto del grande valore dell’imitazione dei processi naturali nei meccanismi di produzione e consumo in un’ottica di economia circolare dove il rifiuto non dovrebbe esistere o essere limitato al minimo e con il realizzarsi di un “decoupling”, un disaccoppiamento assoluto tra l’attività economica e l’intensità del consumo delle risorse (quindi l’output economico può crescere solo nella misura in cui l’uso delle risorse o le emissioni prodotte, per esempio le emissioni dei gas serra, diminuiscono in termini assoluti).

L’obiettivo degli investimenti deve seguire la regola che la prosperità attuale ha poco senso se compromette quella di domani.

Gli investimenti sono il veicolo attraverso il quale costruiamo, proteggiamo e manteniamo i beni dai quali dipende quella futura. Il sistema monetario non può basarsi sul debito e non può essere creato dalle banche commerciali quasi letteralmente dal “nulla”.

L’impresa come servizio, il lavoro come partecipazione, gli investimenti come impegno verso il futuro e il denaro come bene sociale, possono rappresentare utili presupposti per una reale trasformazione dell’attuale sistema economico. I

l testo di Jackson, oltre ad essere una lettura fondamentale per tutti, è uno straordinario esempio di come provare a concretizzare un nuovo modello economico.

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