Revamping sul fotovoltaico incentivato: ricostruire migliorando le prestazioni

Il caso di un intervento reso possibile dalle nuove procedure per la manutenzione e ammodernamento degli impianti incentivati del GSE, che ha già dato l'ok al progetto. Nel ricostruire una serra distrutta dalla neve, si miglioreranno le prestazioni dell'impianto architettonicamente integrato.

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Quello che la natura distrugge si può ricostruire meglio e, se si tratta di un impianto fotovoltaico, la risistemazione può anche essere l’occasione per aumentare la producibilità, mantenendo gli incentivi, grazie alle nuove regole approvate dal GSE sugli interventi su impianti incentivati.

Un esempio ci arriva dall’Abruzzo, dove una serra con impianto fotovoltaico integrato, distrutta dalle ingenti nevicate dello scorso gennaio (vedi immagini), è in fase di ricostruzione con varie modifiche al progetto iniziale.

I cambiamenti che si stanno apportando da una parte renderanno più funzionale e resistente la struttura, dall’altra consentiranno, secondo una stima “realistica” dei progettisti, di aumentare la produzione dell’impianto FV del 5%, mantenendo la stessa potenza installata.

La serra, prima di essere distrutta dalla neve dello scorso gennaio, era costituita da un unico fabbricato, con 8.000 mq di superficie coperta, sulla quale era installato un impianto fotovoltaico architettonicamente integrato da 500 kWp incentivato con il Conto Energia.

Il nuovo progetto prevede invece 5 serre separate, per 5.625 mq complessivi, che ospiteranno l’impianto fotovoltaico, di uguale potenza, ma rinnovato con moduli più efficienti.

L’intervento è stato curato e messo in opera da Green Energy Service srl, azienda specializzata in O&M di impianti fotovoltaici, con esperienza decennale, che nasce nel 2012 dall’idea dei due soci Davide Picciafuoco (a destra) e l’Ing. Marco Panzavuota (a sinistra).

“Insieme alla committenza – ci spiega Panzavuota – abbiamo elaborato il progetto dividendo la serra in 5 strutture, per avere diversi vantaggi: dal punto di vista strutturale, si rende il tutto più resistente in caso di eventuali carichi nevosi che pesino sul centro delle serre stessa; guardando all’attività del cliente, avere più ambienti separati gli consentirà di avere più colture diverse contemporaneamente; mentre, per l’impianto fotovoltaico, avere 5 sezioni indipendenti fa sì che se una dovesse avere qualche problema le altre possano continuare a funzionare”.

Mantenendo la potenza a 500 kWp, grazie all’installazione di moduli più efficienti, si è potuto ridurre la superficie di copertura occupata dall’impianto, che, essendo riconosciuto come architettonicamente integrato (con relativa tariffa maggiorata), non può oscurare più del 50% della copertura.

Al posto dei moduli Canadian Solar da 235 W preesistenti, saranno installati, sulle falde sud delle serre, moduli Qcells modello Qpeak da 300 Wp.

“Non si è intervenuti sull’inverter, dato che la relativa cabina non ha subito danni dalla nevicata e la macchina è ancora funzionante, mentre abbiamo riorganizzato le stringhe in modo da averne 16 per campata. Se avessimo dovuto cambiare anche l’inverter, probabilmente avremmo optato per inverter di stringa, per diminuire le perdite e ottimizzare il cablaggio”, ci spiega l’ingegnere.

La serra sarà completata, con il relativo collaudo dell’impianto, entro i primi mesi del 2018 e costerà al committente oltre 600mila euro.

Green Energy Service fornirà le serre chiavi in mano: si occuperà di tutto, dallo smaltimento della vecchia struttura, già effettuato, alla costruzione dei nuovi fabbricati e dell’impianto, comprese ovviamente le procedure burocratiche necessarie.

L’iter per avere l’approvazione da parte del GSE non è immediato – commenta Panzavuota – va fatta una progettazione preliminare, una relazione in cui si spieghi perché si vogliono adottare le nuove soluzioni e che mostri che si sono rispettate le caratteristiche in base alle quali l’impianto è stato originariamente autorizzato” (in allegato la documentazione).

Lo smaltimento della serra distrutta e dei vecchi moduli è appena completato, con il supporto di un’azienda locale per tutta la parte in acciaio, mentre ECO-PV, consorzio riconosciuto dal GSE, si è occupato del ritiro e dello smaltimento corretto dei pannelli fotovoltaici.

A ottobre inizierà l’iter autorizzativo per la ricostruzione delle serre, mentre il progetto, come detto, sarà completato entro nei primi mesi del 2018.

Green Energy Service è passata da un fatturato di 70.000 € nel 2012, quando è stata fondata, a 600.000 € nel 2016 con 60 clienti con contratto di manutenzione per 53 MWp gestiti.

Lavora principalmente con investitori privati, ma anche con fondi di investimento e copre un’area vasta che va dalla Puglia alla Lombardia.

Da marzo 2014 ha inoltre aperto un ufficio a Londra per la gestione di impianti sul territorio inglese, dove ha gestito la costruzione di 40 MWp per due investitori stranieri.

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