Europa, approvati i nuovi limiti per le emissioni di CO2

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L'Europarlamento ha votato la proposta di regolamento che prevede di tagliare del 30% nel periodo 2021-2030 le emissioni di gas serra nei settori non-ETS, come agricoltura e trasporti. L'impegno italiano è -33% rispetto ai livelli del 2005. Al via i negoziati con il Consiglio UE.

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L’Europa, dopo aver criticato Donald Trump per l’uscita americana dagli accordi di Parigi sul clima, prosegue il suo impegno per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Il Parlamento UE ha appena approvato, modificandola in alcuni punti, la proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 nel periodo 2021-2030 nei settori non coperti dal mercato ETS (Emissions Trading Scheme).

Parliamo, quindi, di attività come l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che nel complesso valgono oltre metà delle emissioni inquinanti degli Stati membri.

L’obiettivo generale è -40% di CO2 nel 2030 in confronto ai livelli del 2005: i settori non-ETS dovranno contribuire tagliando le emissioni del 30%, con traguardi vincolanti per i singoli paesi.

Il testo votato dall’Europarlamento – 534 favorevoli, 88 contrari, 56 astensioni – ha confermato l’obiettivo del -33% assegnato all’Italia, anche se il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, nei mesi scorsi, aveva giudicato “iniqua” la proposta di suddivisione degli impegni nazionali.

Secondo il Governo italiano, infatti, lo sforzo chiesto al nostro paese sarebbe eccessivo considerando che l’Italia ha già raggiunto e superato i valori indicati per il 2020.

I deputati, si legge nella nota diffusa dal Parlamento UE, “hanno modificato la proposta inziale della Commissione per premiare gli Stati membri, con un PIL pro-capite inferiore alla media UE che hanno adottato o adotteranno prima del 2020 le misure necessarie, con una maggiore flessibilità durante la parte successiva del programma di riduzione”.

In altre parole, significa che quegli Stati potranno “prendere in prestito” fino al 10% dell’indennità dell’anno successivo, riducendo così quella dell’anno in corso.

Un’altra modifica riguarda il punto di partenza per il percorso di riduzione, fissato nel 2018 anziché 2020 come proposto inizialmente da Bruxelles, per evitare un incremento delle emissioni nei primi anni o comunque un rinvio degli impegni nazionali.

Passando infine alle prossime tappe, la proposta di regolamento votata dagli eurodeputati rappresenta il mandato per iniziare i negoziati con il Consiglio.

Si punta a raggiungere un accordo in prima lettura: i negoziati informali partiranno quando anche il Consiglio avrà espresso la sua posizione.

Testi approvati dal Parlamento UE (edizione provvisoria – pdf)

Analisi generale e obiettivi nazionali (pdf)

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