Come ripensare l’energia con le rinnovabili e lo storage

Costi in continua diminuzione dell’eolico e del solare FV, aste sempre più competitive in tutto il mondo, innovazione tecnologica per l’accumulo elettrico: così le fonti pulite continuano a guadagnare terreno sui combustibili fossili secondo IRENA, accelerando la transizione energetica globale.

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Innovazione tecnologica e regole di mercato per ripensare l’energia: questo è il succo del rapporto pubblicato da IRENA (International Renewable Energy Agency), l’agenzia internazionale che promuove la transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.

REthinking Energy 2017 (allegato in basso) è un compendio delle più recenti trasformazioni nel mix energetico mondiale.

Come abbiamo visto di recente con Bloomberg New Energy Finance (vedi QualEnergia.it), gli investimenti globali nelle tecnologie pulite sono calati nel 2016 in confronto ai dodici mesi precedenti, dopo il picco registrato nel 2015, a causa soprattutto del rallentamento in Cina e Giappone.

Il dato più interessante confermato da BNEF a inizio 2017 è però un altro: la crescente competitività delle rinnovabili rispetto alle risorse tradizionali, tanto che tra meno di dieci anni – sostiene Bloomberg – il fotovoltaico sarà più conveniente del carbone nella maggior parte del pianeta (Solare FV, in meno di 10 anni ovunque sarà più economico del carbone).

Il grafico sotto riassume bene l’andamento delle fonti fossili vs le tecnologie verdi. Il sorpasso delle seconde sulle prime, quanto a nuova potenza installata ogni anno, è avvenuto già nel 2012 e da allora il divario è continuamente aumentato.

Tuttavia, questo non significa che le rinnovabili abbiano la strada spianata. Prendiamo ad esempio il settore elettrico: come evidenzia il secondo grafico IRENA che proponiamo, infatti, nel 2015 la generazione green era il 23,5% del totale mondiale (5.660 TWh), di cui la fetta maggiore proveniva dagli impianti idroelettrici (17%). All’eolico e al solare spettavano le briciole in termini di produzione energetica.

Tra l’altro, se allarghiamo lo sguardo ai consumi energetici finali, includendo riscaldamento-raffrescamento e trasporti, il contributo totale delle rinnovabili è inferiore al 20%, a causa della persistente dipendenza dai carburanti fossili in quei settori.

Secondo l’agenzia internazionale, come sappiamo (vedi anche QualEnergia.it), è possibile portare tutte le fonti pulite al 36% del mix energetico entro il 2030, a patto ovviamente di soddisfare una serie di condizioni, tra cui un’accelerazione degli investimenti, a loro volta supportati da regole di mercato favorevoli.

Il grafico sotto mostra chiaramente quanto le risorse verdi siano diventate competitive nei valori medi LCOE (levelized cost of electricity) nel paragone con il costo “tutto compreso” dell’energia prodotta nell’intero ciclo di vita dalle fonti convenzionali.

Il merito è anche delle aste, svolte in un numero sempre più ampio di paesi per assegnare nuova potenza rinnovabile. Nel 2016 si sono osservati i prezzi più bassi di sempre per l’eolico e il solare un po’ in tutto il mondo, con punte particolarmente concorrenziali in Medio Oriente e Sudamerica. Il successivo grafico sintetizza l’evoluzione dei prezzi nelle aste per i grandi impianti solari FV (utility scale).

Quasi il 90% degli investimenti green complessivi del 2015 ha interessato l’eolico e il solare FV (vedi il prossimo grafico). D’altro canto, fa notare IRENA, i prezzi dei moduli FV e delle turbine eoliche sono diminuiti rispettivamente dell’80 e del 40% dal 2009 a oggi.

Che cosa possiamo aspettarci per il futuro? Sempre in tema di costi, l’agenzia ritiene che la media LCOE del fotovoltaico nel 2025 si sarà dimezzata rispetto al 2015, grazie a una costante riduzione di tutti i fattori di costo, passando così da 0,13 $/kWh a circa 0,06 $/kWh nel volgere di dieci anni, come mostra l’ultimo grafico che proponiamo.

Impossibile poi dimenticare il ruolo di “game changer” che molti analisti assegnano ai sistemi di accumulo energetico, soprattutto allo storage elettrochimico.

Il pompaggio idroelettrico, ricorda IRENA, è la tecnologia più diffusa, ma le batterie – in particolar modo quelle agli ioni di litio – sono la nuova frontiera su cui vari operatori stanno cominciando a scommettere, anche grazie allo stimolo offerto dall’elettrificazione dei trasporti e dalla generazione distribuita con FV più accumulo per incrementare l’autoconsumo energetico residenziale-commerciale.

Un recente studio di Lazard ha esaminato i valori medi LCOS (levelized cost of storage) illustrando le applicazioni più promettenti a livello di rete e “dietro il contatore”. Un dato è certo: nonostante i costi ancora elevati delle batterie, il loro contributo alla transizione energetica-integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico è destinato ad aumentare sensibilmente nei prossimi anni.

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