Pro e contro dei piani cottura a induzione. Una mini-guida

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Molti si chiedono se sia conveniente elettrificare la cucina e rinunciare così al gas, passando ad esempio a un piano cottura a induzione. Ecco una panoramica sulle diverse tecnologie disponibili con vantaggi e svantaggi rispetto ai fornelli a gas, costi, consumi, tempi di cottura, pentole da usare e altro ancora.

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Tutte le volte che vado a Parigi a trovare il mio amico Pierre, non posso fare a meno di notare la differenza nell’utilizzo dell’energia tra il suo piccolo alloggio nel Marais e il tipico appartamento italiano.

La casa in Francia è totalmente elettrificata: riscaldamento, scaldabagno e piano cottura funzionano grazie alla corrente elettrica, senza allacciamento alla rete del gas. Certo, stiamo parlando di un’abitazione di soli 40 metri quadrati in un Paese che oggi ha bollette un po’ più leggere rispetto a quelle cui siamo abituati in Italia.

Da noi conviene elettrificare la nostra casa? Bisogna valutare attentamente diversi aspetti, come l’isolamento termico dell’edificio e la possibilità di sfruttare le fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, pompe di calore). Qui vogliamo concentrarci sui piani cottura, per capire vantaggi e svantaggi di quelli elettrici in confronto ai tradizionali fornelli alimentati a gas naturale.

Piano radiante, a induzione o alogeno: le differenze

Innanzitutto, occorre distinguere tra i diversi sistemi di cottura elettrici. Come evidenzia il sito web specializzato PCI Review, i piani radianti e alogeni non sono così convenienti come si potrebbe pensare, perché il loro rendimento termico (45-60% circa), pur essendo superiore al gas, è lontanissimo dall’efficienza assicurata dalla tecnologia a induzione.

Soffermiamoci sulle prime due soluzioni: il piano radiante ha una resistenza elettrica sotto la superficie di vetroceramica. Il calore generato dalla resistenza scalda il pentolame per trasmissione, cioè dopo aver scaldato il piano. Per l’alogeno il funzionamento è simile: al posto della resistenza, però, c’è una potente lampada a infrarossi.

In entrambi i casi, lo spreco di energia è abbastanza consistente, perché la vetroceramica trattiene molto calore.

Alta efficienza

Con il sistema a induzione, invece, il rendimento è altissimo, nell’ordine del 90%, mentre ricordiamo che il gas arriva intorno al 40% a causa dell’elevata dispersione termica: buona parte del calore sprigionato dalla fiamma finisce nell’ambiente (un discorso più ampio andrebbe fatto ragionando a livello di sistema energetico, dato che per il vettore elettrico va considerata la bassa efficienza delle centrali termoelettriche a monte, ndr).

l segreto dell’induzione sta nelle bobine sotto il piano di vetroceramica. Le bobine alimentate dall’energia elettrica, infatti, generano un campo magnetico che si trasferisce direttamente alle pentole, scaldandole.

Che pentole servono?

Le pentole da usare devono avere un fondo perfettamente piatto e con uno strato inferiore di materiale ferroso, senza il quale non potrebbe attivarsi il campo magnetico.

Per qualcuno può essere uno svantaggio, perché acquistare un piano a induzione ci costringe a sostituire tutte le pentole di rame, alluminio e terracotta, così come le padelle antiaderenti con il fondo di alluminio.

Esistono  anche dei dischi adattatori (costo 10-15 euro all’uno) che permettono l’uso sul fornello ad induzione di tutti i tipi di pentole: sono però sconsigliati dagli esperi sentiti, in quanto allungano sensibilmente i tempi di cottura, aumentato i costi di gestione.

Bolletta e potenza elettrica

Abbiamo chiesto a Ceced Italia (l’associazione dei produttori di apparecchi domestici e professionali) quali sono i pro e contro dell’induzione. Il primo fattore da considerare è la potenza elettrica assorbita dalle bobine: utilizzando contemporaneamente più zone cottura è facile sforare i classici 3 kW, soprattutto se abbiamo acceso qualche altro elettrodomestico.

Molti piani consentono di autolimitare l’assorbimento massimo per evitare distacchi della corrente, ma potrebbe essere necessario aumentare la potenza contrattuale a 4,5 o addirittura 6 kW con relativi costi una tantum per il passaggio e aumento dei costi fissi in bolletta. Inoltre, prima di installare un sistema di questo tipo, è bene verificare l’impianto elettrico e l’adeguatezza delle linee di alimentazione.

Sicurezza, qualità e tempi di cottura

I vantaggi dell’induzione sono molteplici. Non parliamo solo di praticità (il piano è tutto liscio, quindi facilissimo da pulire), ma anche di sicurezza, grazie all’assenza di fiamme e di rischi dovuti a eventuali fughe di gas. La superficie di vetroceramica, inoltre, rimane fredda intorno alle pentole, riducendo al minimo la possibilità di scottarsi.

La cottura è più rapida e precisa, perché si possono impostare diversi livelli di temperatura: c’è anche la funzione booster per far bollire l’acqua in pochissimo tempo; il calore si diffonde in modo uniforme sulla pentola, senza le tipiche dispersioni che avvengono con i fornelli a gas.

Costi, consumi ed etichetta energetica

Questi punti di forza hanno un prezzo: i piani a induzione costano più di quelli tradizionali, e bisogna mettere in conto l’aggravio delle bollette elettriche, soprattutto se si decide di aumentare la potenza del contatore.

Attenzione infine all’etichetta energetica, che come ricorda Ceced Italia «non è ancora prevista, ma dal 2014 è in vigore il Regolamento UE n. 66/2014 che comprende misure per la progettazione ecocompatibile di forni, piani cottura e cappe da cucina per uso domestico. Stabilisce limiti massimi di consumo energetico per i piani cottura elettrici e limiti minimi di efficienza energetica per i piani cottura a gas».

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