Edilizia, ristrutturazioni al 70% del mercato: la ripresa passa per l’efficientamento

Il rapporto Oise su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio, curato dalle organizzazioni sindacali Feneal, Filca, Fillea e da Legambiente, presentato questa mattina a Roma, mostra come riqualificare l'esistente sia l'unica strada per far ripartire il settore edile.

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Dopo una pesante crisi durata otto anni nell’edilizia italiana arriva “una timida ripresa”. Quasi tutto però, si incentra su ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche, circa il 70% del mercato complessivo e “a prendere il treno saranno le aziende capaci di innovare”.

Per sindacati e Legambiente ci sono tutte le condizioni per uscire dalla crisi del settore edilizio, mettendo al centro delle politiche le città e la rigenerazione energetica e statica del patrimonio esistente. Lo dimostrano gli investimenti e le innovazioni nel settore raccontati nel rapporto nel rapporto Oise su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio, di Feneal Filca Fillea e Legambiente, presentato questa mattina a Roma (in allegato in basso).

Nell’interessante documento, si fa il punto sul quadro normativo, sull’occupazione e si raccontano le innovazioni negli edifici e nei cantieri, nei materiali e nelle tecnologie (vedi anche: Efficienza energetica in edilizia, il punto sugli aggiornamenti della normativa).

I risultati raggiunti

Dal 1998 ad oggi – vi si legge – sono stati realizzati oltre 9 milioni di interventi di recupero edilizio grazie alle detrazioni fiscali e dal 2007 circa 2,5 milioni di efficientamento energetico.

Rispetto agli obiettivi stabiliti per il periodo 2011-2020 dalla Strategia Energetica Nazionale, successivamente rivisti nel PAEE 2014, i risparmi energetici nazionali complessivi per il periodo 2011-2013 ammontano a 37.150 GWh/anno (circa 3,2 Mtep/anno), pari al 20,6% del totale atteso al 2020. Il settore residenziale ha raggiunto oltre un terzo dell’obiettivo, pari al 35,2%, l’industria oltre un quarto (il 26,6%).

Come detto, circa il 70% del mercato dell’edilizia è riconducibile ad interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria sul patrimonio esistente: questa percentuale è in fortissima crescita, basti pensare che dal 2006 al 2014 la quota di rinnovo sul totale della produzione edilizia è passata dal 55,4% al 69,4%.

In tutto questo moltissimo hanno fatto le detrazioni fiscali che solo nel 2014 hanno mosso investimenti per circa 28,4 miliardi, di cui circa 4 miliardi ascrivibili agli interventi di riqualificazione energetica. A tali investimenti – si legge – corrispondono circa 224mila occupati diretti e 336mila complessivi. Di questi la
quota parte della riqualificazione energetica ammonta a 39mila diretti e 59mila complessivi, compresi gli indiretti.

Recuperare gli 800mila posti di lavoro persi

L’impegno comune di Feneal Filca Fillea e Legambiente è di lavorare affinché, puntando sulla riqualificazione dell’esistente si arrivi a recuperare gli 800mila posti di lavoro persi nel settore. “Ma per tornare a creare lavoro ora serve che il governo Renzi scelga sul serio questa prospettiva, dando certezze agli investimenti, concentrando qui le risorse europee, e poi garantendo controlli sulle certificazioni energetiche degli edifici per tutelare le famiglie”, sottolineano i sindacati e l’associazione ambientalista.

Il problema fondamentale – è emerso dall’incontro – non è quello delle risorse economiche, perché le opportunità di investimento risultano significative. Quello che manca è una regia che permetta di sfruttare il potenziale dell’efficienza energetica: “È paradossale, ma di efficienza energetica si occupano, in teoria, il Ministero delle Infrastrutture, quello dello Sviluppo economico, quello dell’Ambiente, oltre all’Enea a cui sono stati affidati sempre più importanti compiti”, si fa notare.

Ostacoli da superare

Superare gli ostacoli alla riqualificazione del patrimonio edilizio, spingere la riqualificazione dei condomini, promuovere un progetto industriale per il settore delle costruzioni sono i tre punti chiave messi in evidenza nel rapporto Oise per cambiare il futuro delle costruzioni.

In particolare, occorre semplificare gli interventi, dare certezze agli investimenti e rendere strutturali le detrazioni fiscali legandole alla classe energetica degli edifici, premiare il miglioramento delle prestazioni, introdurre controlli e sanzioni per garantire i cittadini sulle prestazioni energetiche e la sicurezza degli edifici.

Quel che c’è da fare

“È nell’interesse delle famiglie – spiegano gli autori del report – che ogni edificio si doti di un libretto unico del fabbricato antisismico, energetico, del rumore. Per un uso efficace delle risorse europee per l’efficienza energetica previste nella programmazione 2014-2020, va reso subito operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il decreto legislativo 102/2014. Bisogna inoltre escludere dal patto di stabilità gli interventi sul patrimonio pubblico certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici”.

Altro punto importante, la riqualificazione dei condomini, grande assente finora degli interventi edilizi in Italia nonostante oltre 20 milioni di persone vivano in edifici condominiali. “Per promuoverne la riqualificazione occorre semplificare gli interventi e introdurre specifici incentivi, perché la complessità dei lavori e le difficoltà di accesso alle detrazioni fiscali sono le ragioni fondamentali di questo stallo”.

Il rapporto (pdf)

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