Limite a 30 km/h in città e riscaldamenti giù di 2°C: ecco il pacchetto anti-smog

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Le misure scatteranno se i livelli di PM 10 sforeranno i limiti per più di 7 giorni, ma saranno i sindaci ad avere l'ultima parola. Previsto anche un piano sul medio termine, su tre anni e stanziati 12 milioni per il trasporto pubblico. L'accordo firmato tra sindaci, governatori e Minambiente.

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Riscaldamento degli edifici ridotto due gradi, limitazioni agli impianti a biomassa laddove ci siano altre forme di riscaldamento, sconti sui mezzi pubblici e limiti di velocità ridotti di 20 chilometri orari nei centri urbani.

Sono queste le misure disposte dal ministero dell’Ambiente per rispondere all’emergenza smog, illustrate oggi al termine di una riunione con Comuni e Regioni (allegato in basso).

Decideranno comunque i sindaci

Provvedimenti previsti in caso di sforamento per più di 7 giorni consecutivi dei limiti di polveri sottili PM10 che però non saranno automatici: i firmatari dell’intesa infatti si impegnano a “favorirle e promuoverle”, la decisione spetterà dunque sempre ai sindaci dei centri interessati.

La strategia di medio termine

Oltre alle misure d’emergenza di cui sopra, si prevede una strategia sul medio periodo, 3 anni, per vigilare sulla quale nasce un “comitato di coordinamento ambientale”, cioè una task force tra i sindaci delle città metropolitane, presidenti di Regione e Minambiente.

Obiettivo, definire misure su: controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze; passaggio a un trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi; realizzazione di una rete di ricarica elettrica efficiente; miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale e misure di sostegno e sussidio finanziario per l’utenza del trasporto pubblico. Inoltre: incentivi al verde pubblico; interventi di efficientamento energetico relativi agli impianti sportivi pubblici e per altri edifici statali; nuovi possibili incentivi per la rottamazione.

I fondi stanziati

Per sostenere queste misure il ministero ha stanziato 12 milioni di euro in un fondo disponibile da subito per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa sottolineando la necessità che le città sostituiscano eventuali parchi autobus vetusti.

A questi soldi si aggiungono le risorse già programmate, 405 milioni disponibili per la strategia di medio periodo contro lo smog nelle grandi città. Si tratta di quanto già previsto dal cosiddetto Collegato Ambientale, recentemente divenuto legge.

Tra gli stanziamenti programmati 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola, casa-lavoro, car e bike sharing, pedibus (approvate con il collegato ambientale); 50 milioni per la realizzazione di reti di ricarica elettrica (attraverso il Fondo Kyoto), 250 milioni per l’efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini (attraverso il Fondo Kyoto), 70 milioni per riqualificazione degli edifici della pubblica amministrazione centrale.

Il commento di Legambiente

Tiepida la reazione degli ambientalisti alle misure annunciate: “È fondamentale che il protocollo firmato oggi si traduca in norme di legge e individui nuove risorse per fronteggiare l’emergenza smog, per rendere più efficienti gli edifici, le città più vivibili e culle di rigenerazione urbana; altrimenti saranno state solo chiacchiere. Ben venga la creazione di un comitato di coordinamento ambientale di sindaci di grandi centri urbani e presidenti di regione presieduto dal ministro dell’ambiente, purchè diventi il motore per avviare il piano nazionale per la mobilità urbana. Buona anche la riduzione della velocità a 30km/h, ma è importante che diventi un limite permanente come già accade in alcuni quartieri e comuni virtuosi. Pessima invece l’idea di destinare parte delle poche risorse disponibili alla rottamazione delle auto private. In questo modo il provvedimento rischia di incentivare anche il trasporto privato” – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente.

4 miliardi di sussidi all’autotrasporto

“Le risorse stanziate – continua Zanchini – in questi provvedimenti sono solo timidi segnali che non fanno cambiare concretamente le politiche nazionali sulla mobilità. La Legge di stabilità prevede 4 miliardi di Euro di sussidi all’autotrasporto e investimenti in strade e autostrade, ma neanche un euro per acquistare treni per i pendolari o realizzare nuove linee di tram o metropolitana. Si devono cambiare le priorità, mettere le aree urbane al centro delle politiche e garantendo ai sindaci di spendere risorse economiche senza i limiti imposti dalla spending review. Negli ultimi dieci anni l’emergenza smog, che è poi diventata anche un’emergenza mediatica, è stata affrontata con diversi summit governativi con gli enti locali che, però, non hanno portato mai a risultati concreti. Per questo si deve evitare che l’accordo firmato oggi faccia la fine degli altri, ma sia invece l’occasione per affrontare la sfida della rigenerazione urbana, sinonimo di benessere e qualità per l’ambiente, la vita dei cittadini e l’economia sana del Paese”.

Le 10 proposte dell’associazione

Ieri Legambiente ha consegnato al ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, al presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e al presidente dell’Anci Piero Fassino,  10 proposte anti-smog: 1) realizzare nuove linee metropolitane e tram e vincolare da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture alle città; 2) 1000 treni per i pendolari, 3) 100 strade per la ciclabilità urbana; 4) ridurre la velocità a 30km/h; 5) prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C di Milano a tutte le grandi città e con una differente politica tarrifaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficiamento del trasporto pubblico locale, 6) stop ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il Tpl; 7) fuori i diesel dalle città limitando la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinati sul medello della città di Parigi; 8) riscaldarsi senza inquinare vietando l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dalla prossima stagione del riscaldamento; 9) ridurre l’inquinamento industriale applicando Aia stringenti e rendendo il sistema il sistema del controllo pubblico più efficace con l’approvazione della legge sul sistema delle agenzie regionali protezione ambiente ferma al Senato da oltre un anno; 10) nuove controlli sulle emissioni reali delle auto.

Il protocollo d’intesa (pdf)

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