Batterie e autoconsumo fotovoltaico: il governo spagnolo prova a fermare la Storia

In Spagna il governo del Partido Popular sembra intenzionato ad ostacolare con tutte le forze la diffusione dell'autoconsumo da rinnovabili: il ministero dell'Industria ha presentato un decreto fortemente punitivo che se approvato stroncherebbe sul nascere la diffusione dei sistemi di accumulo.

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Qualche giorno fa parlavamo di come il fotovoltaico in autoconsumo sconvolgerà il mercato elettrico europeo, grazie anche alla diffusione dei sistemi di accumulo per i quali si prevede una forte riduzione dei prezzi. Se in Paesi come la Germania le batterie sono incentivate, in Spagna il governo di centro-destra del Partido Popular sembra invece intenzionato ad ostacolare con tutte le forze la diffusione dell’autoconsumo.

Dai cassetti del ministero dell’Industria spagnolo, infatti, è uscita una bozza di decreto con norme e tasse che scoraggerebbero decisamente chi vuole prodursi l’energia con il solare per poi accumularla in batterie. Le imposte sulle batterie connesse alla rete sono differenziate per taglia e tipologia di consumatore ma, secondo l’analisi delle associazioni di categoria iberiche, porterebbero a tempi di rientro tali da rendere proibitivo pensare a dotarsi di batterie.

Il provvedimento, il cui iter parlamentare è iniziato lo scorso 6 giugno, avrebbe effetti retroattivi e prevede multe fino a 60 milioni di euro (60.000.000 €) per chi non si adegua alle nuove regole tecniche.

Molti altri gli aspetti critici e difficili da giustificare: ad esempio si vieta a chi usufruisce del bonus sociale per la povertà energetica di installare batterie, si elimina la remunerazione dell’eccesso di energia che il prosumer immette in rete, mentre l’autoconsumo delle centrali termoelettriche è fatto salvo da queste misure negative.

Insomma, si tratta chiaramente di un decreto scritto per stroncare l’autoconsumo da rinnovabili, per difendere lo status quo di un sistema elettrico che in Spagna ha notevoli problemi economici. Associazioni di categoria e opposizioni sono già insorte contro il nuovo decreto real, che violerebbe la Costituzione spagnola e le direttive europee. Seguiremo la questione su queste pagine.

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