Il Comune 100% rinnovabile dove si paga il 30% in meno su elettricità e riscaldamento

È andato a Campo Tures, in provincia di Bolzano, il premio 'Comuni Rinnovabili 2015', assegnato da Legambiente. Ma è solo uno dei 35 Comuni 100% Rinnovabili in Italia, ossia quelli nei quali le energie rinnovabili superano i fabbisogni sia elettrici che termici. Ecco come gli enti locali possono giocare un ruolo importantissimo nella transizione energetica del paese.

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A Campo Tures, Sand in Taufers in tedesco, piccolo Comune in Alto Adige, i 5.200 abitanti soddisfano l’intero fabbisogno energetico del territorio con le fonti rinnovabili. E lo fanno con una gestione democratica e risparmiando e non poco: circa il 30% rispetto ai prezzi di mercati. È andato a questo Comune il premio ‘Comuni Rinnovabili 2015’, assegnato nel corso della presentazione dell’omonimo rapporto.

La transizione energetica in atto si fa anche e soprattutto dal basso e gli enti locali, e i Comuni in primis, hanno un ruolo fondamentale nelle esperienze raccontate nell’ultima edizione dell’ormai storico report, giunto alla sua decima edizione e presentato oggi a Roma (vedi allegato in basso). Su altri spunti emersi nel convegno vedi “Rinnovabili, in 10 anni dal 5 al 16% dei consumi. La fotografia in Comuni rinnovabili 2015“.

Campo Tures è uno dei 35 Comuni 100% Rinnovabili in Italia, ossia quelli nei quali le fonti rinnovabili installate riescono a superare i fabbisogni sia elettrici che termici dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità): impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento. Complessivamente sono 2.809 i Comuni 100 % rinnovabili per la parte elettrica, ossia quelli che producono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti grazie ad una o più fonti rinnovabili.

Il Comune altoatesino vincitore di questa edizione è arrivato al 100% rinnovabili grazie a un mix di 7 tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche e alla gestione locale dell’intera filiera energetica: sia la rete elettrica che quella di teleriscaldamento sono di proprietà comunale. Nel Comune una cooperativa energetica con 1.500 soci, tra cui lo stesso Comune, serve le circa 2.000 utenze, sia per la parte elettrica che per quella termica. E come detto lo fa con un risparmio medio del 30% rispetto ai prezzi di mercato.

L’obiettivo di Campo Tures ora è diventare un Comune a emissioni zero. Per questo scopo, raggiunta l’autonomia energetica, l’amministrazione sta iniziando a lavorare sulla mobilità sostenibile con l’introduzione di mezzi pubblici a trazione elettrica e distributori con carburanti alternativi, dal biogas all’idrogeno.

Interessante anche quanto ha fatto Forlì, che si è aggiudicato il premio ‘Buona Pratica’ per l’innovazione in campo energetico. Il comune ha inaugurato recentemente il primo campo solare termico a concentrazione in Italia a servizio di utenze industriali: un progetto pilota finalizzato alla sostituzione dei combustibili fossili con energie rinnovabili in un’area industriale di circa 20mila mq utilizzando solo materiali completamente riciclabili.

Al piccolo Comune di Celle San Vito (FG) il premio Buona Pratica per l’efficienza energetica è stato assegnato, invece, per la capacità di portare avanti progetti finalizzati a riqualificare energeticamente edifici esistenti e di realizzare nuovi impianti da fonti rinnovabili integrati in strutture edilizie.

Tornando ai numeri del rapporto, i Comuni del solare sono 8.047. In tutti i Comuni italiani, infatti, è installato almeno un impianto solare fotovoltaico e in 6.803 almeno un impianto solare termico. Per il fotovoltaico è il piccolissimo Comune di Macra (CN) a presentare la maggior diffusione rispetto agli abitanti, con una media di 176,5 MW/1.000 abitanti e una potenza assoluta di 9,7 MW in grado di coprire l’intero fabbisogno energetico elettrico del territorio.

Una novità interessante da segnalare è che molti impianti sono stati realizzati senza incentivi diretti, ma in regime di Scambio sul Posto o di Ritiro Dedicato, mentre tra gli aspetti più negativi vi è il crollo degli interventi di bonifica dei tetti in amianto, per i quali gli investimenti sono proibitivi senza il conto energia.

I Comuni dell’eolico sono 700. La potenza installata è in crescita, pari a 8.736 MW. Questi impianti, secondo i dati di Terna, hanno permesso di produrre 14,9 TWh di energia, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie. Sono 323 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico, poiché si produce più energia di quanta ne viene consumata.

I Comuni del mini idroelettrico sono 1.160. Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e la potenza totale installata nei Comuni italiani è di 1.358 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 5,4 TWh pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni della geotermia sono 484, per una potenza installata pari a 814,7 MW elettrici, 264,4 MW termici e 3,4 MW frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2014 sono stati prodotti circa 5,5 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni delle bioenergie sono 2.415 per una potenza installata complessiva di 2.936,4 MW elettrici, 1.306,6 MW termici e 415 kW frigoriferi. In particolare quelli a biogas sono in forte crescita e hanno raggiunto complessivamente di 1.165,9 MW elettrici, 176,5 MW termici e 65 kW frigoriferi. Gli impianti a biomasse, nel loro complesso, hanno consentito nel 2014 di produrre circa 12 TWh pari al fabbisogno elettrico di oltre 4,4 milioni di famiglie.

La presentazione è stata anche l’occasione per il lancio di un sito dedicato a raccontare proprio le innovazioni e le buone pratiche nel territorio italiano, www.comunirinnovabili.it. Inoltre queste esperienze di innovazione energetica dal basso saranno protagoniste in una conferenza internazionale il prossimo venerdì 15 maggio a Pesaro organizzata da Legambiente, dal titolo “Le comunità dell’energia”.

Nella conferenza, che vedrà coinvolti Comuni, imprese, cooperative, che hanno promosso cambiamenti che vanno nella direzione della generazione distribuita sarà presentato un Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di cancellare le barriere che oggi impediscono a Comuni, imprese, condomini di prodursi direttamente o condividere l’energia prodotta attraverso micro reti e reti locali “intelligenti” integrate con sistemi di accumulo.

Il rapporto Comuni Rinnovabili 2015 (pdf)

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