Il Governo Renzi e il Green Act

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Il ruolo da sempre marginale che ha avuto il ministro dell'Ambiente in Italia è sintomo di sottovalutazione di questo tema nelle scelte politiche del Paese. Diversamente forti personalità hanno ricoperto la carica in altri paesi industrializzati. Poca attenzione alla tematiche ambientale viene poi dai media. Cosa cambierà con il Green Act? L'editoriale di Gianni Silvestrini sul nuovo sito 'Due Gradi'.

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Raramente le tematiche ambientali hanno trovato lo spazio che meritano nelle politiche dei governi italiani. Ad iniziare dal ruolo marginale che ha quasi sempre avuto il ministero preposto. In Germania questo dicastero è stato assegnato a personalità forti diventate poi primi ministri o loro vice (come è il caso della Merkel e di Gabriel in questo momento); in Francia è gestito con ampi poteri da Ségolene Royal.

In Italia, ad eccezione di Ronchi e pochissimi altri, la scelta del Ministro dell’Ambiente è stata figlia di logiche politiche che lo hanno relegato ad un ruolo sempre più ininfluente. Lo scopo evidente è stato quello di evitare che “si ostacolasse il manovratore”. Una sottovalutazione tanto più grave e incomprensibile si registra anche nei confronti della maggiore sfida che l’umanità si prepara ad affrontare, quella climatica. Non è così in altri paesi.

Obama ha intuito l’importanza della partita che si sta giocando, individuandola come priorità del suo secondo mandato, sia sul fronte interno che su quello internazionale. Il Parlamento danese, a larghissima maggioranza, ha approvato una strategia di eliminazione della dipendenza dai combustibili fossili entro il 2050 e sta adottando misure efficaci in questa direzione. Nel Regno Unito i leader dei tre principali partiti hanno siglato un accordo per non utilizzare la tematica climatica nella prossima competizione elettorale, dal momento che tutti condividono l’impegno ad evitare il superamento dell’incremento di 2 °C.

Possiamo immaginare che un documento analogo potrebbe essere sottoscritto anche in Italia, visto che ben pochi candidati sarebbero interessati a parlare di clima nei dibattiti preelettorali (e probabilmente molti nostri rappresentanti non conoscono nemmeno il significato dell’obbiettivo dei 2 °C).

Anche sui media, con lodevoli eccezioni, come le trasmissioni di Ambiente Italia e quella di Luca Mercalli in onda in queste settimane, l’attenzione è molto limitata. La scorsa settimana il direttore del Guardian ha deciso di dedicare alla questione del clima uno spazio particolare e centrale in vista della conferenza di Parigi di dicembre. Sarebbe logico aspettarsi un analogo impegno da parte dei nostri principali quotidiani.

E veniamo al governo Renzi. Ci saremmo aspettati molto di più sul versante ambientale: a parte alcune iniziative positive, sono troppi i provvedimenti discutibili approvati. La decisione di dedicare all’ambiente un’attenzione specifica con l’emanazione di un Green Act è dunque lodevole, ma aspettiamo di vederne i contenuti.

Indicazioni e sollecitazioni utili sono venute da molte parti. Ricordiamo, ad esempio, la giornata ad hoc organizzata da Legambiente. Il Coordinamento Free, che raggruppa una trentina di associazioni del mondo delle rinnovabili, dell’efficienza e della mobilità sostenibile, avanzerà le proprie proposte a Roma il prossimo 19 marzo (“Le proposte di Free per il Green Act per un futuro rinnovabile, efficiente e sostenibile“, ore14,30-18, presso la piccola Protomoteca in Campidoglio. Le suggestioni e le aspettative dunque non mancano e speriamo che vengano definiti provvedimenti incisivi.

Va comunque ricordato che l’azione di governo non dovrebbe considerare l’ambiente solo come un settore cui dedicare una specifica attenzione. La sensibilità ambientale dovrebbe, in realtà, attraversare tutte le scelte politiche: dall’economia alle infrastrutture, dalla mobilità all’edilizia, dall’energia all’agricoltura. Un risultato che però non è immaginabile senza una crescente e incisiva spinta dal basso.

Molte di queste indicazioni e contributi sono spiegate e analizzate nel recente libro di Gianni Silvestrini, Due gradi. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia” (Edizioni Ambiente). Da oggi è online il sito www.duegradi.it,  dove questo articolo è stato pubblicato.

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