“Tra 5 anni il kWh FV+storage in Italia costerà la metà di quello pagato in bolletta”

In un nuovo report sul fotovoltaico Deutsche Bank prevede per l'Italia un mercato da 1 GW per il 2015 e da 1,2 GW per il 2016. Il costo del FV con batteria si dimezzerà nel giro di 5 anni e il kWh così prodotto costerà meno della metà di quello in bolletta. In due anni grid-parity in 80% dei mercati mondiali.

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In Italia il fotovoltaico è già in grid parity e la competitività del solare su tetto aumenterà ancora nei prossimi anni, garantendo un mercato più che dignitoso. Ma questa non è una novità. Fa più notizia invece un’altra stima: il costo del kWh da un impianto FV dotato di batteria nel nostro Paese si dimezzerà nel giro di 5 anni. Se è già ora teoricamente competitivo con l’elettricità comprata dalla rete, entro un quinquennio un kWh ottenuto da un impianto FV con storage costerà meno della metà del kWh pagato in bolletta.

La previsione è contenuta nel nuovo report di Deutsche Bank sul fotovoltaico (allegato in basso), un lavoro che, come spesso accade ultimamente per le analisi della banca tedesca, è particolarmente ottimista sul futuro del fotovoltaico.

Nei prossimi 20 anni, si legge ad esempio, il mercato mondiale del FV si moltiplicherà per 10 e il settore genererà cumulativamente in quel periodo entrate per 5mila miliardi di dollari.

Ma a noi interessa di più quel che, secondo la banca, accadrà nel breve termine: l’evoluzione dei costi farà sì che nel giro di tre anni in quasi tutti i mercati lo sviluppo del FV possa procedere svincolato dagli incentivi. Come già in un report a gennaio, DB stima che la grid parity – cioè la convenienza del kWh da FV rispetto al kWh in bolletta – sarà raggiunta nell’80% dei mercati potenziali entro il 2017.

In alcuni Paesi poi si sta avvicinando anche la market parity, cioè il momento in cui i parchi fotovoltaici non incentivati batteranno le centrali convenzionali nella vendita all’ingrosso, cosa che in questo momento storico avviene solo dove ci sono tanto sole e prezzi particolarmente alti, come il Cile. Il gap dei costi sulla generazione utility-scale si sta infatti rapidamente chiudendo: se 4 anni fa il carbone batteva il FV in quanto a convenienza economica 7 a 1, il rapporto ora è sceso a 2:1 (si veda grafico sotto) e potrebbe arrivare a 1:1 già nei prossimi 12-18 mesi in mercati importanti come l’India (che peraltro punta ad avere 100 GW di FV entro 7 anni).

Negli ultimi 8 anni il costo complessivo degli impianti fotovoltaici è sceso in media di circa il 15% l’anno: entro i prossimi 4-5 anni DB si aspetta che cali complessivamente di un altro 40% (dunque 8-10% l’anno).

Non solo continuerà il calo del prezzo dei moduli, delle altre componenti e la crescita dell’efficienza, ma una parte rilevante della diminuzione verrà dai costi soft, come quelli di acquisizione del cliente e di finanziamento,  grazie a nuovi modelli di business e ad una sempre maggiore popolarità e convenienza di questa tecnologia.

Su queste basi, associate a condizioni particolari come il costo relativamente alto dell’elettricità e il contesto normativo, per l’Italia il report prevede un mercato da 1GW per il 2015 e da 1,2 GW per il 2016 e si aspetta che “il mercato del solare non incentivato veda una crescita significativa nei prossimi 3-5 anni.”

Come anticipavamo, c’è poi il capitolo accumuli. Qui DB si aspetta una forte riduzione dei costi: per le batterie al litio, ad esempio, prevede una calo del 20-30% l’anno. Questo permetterà alle batterie di “fungere da catalizzatore per il mercato del solare”, specie dove i prezzi del kWh retail sono relativamente alti, come in Europa e in Italia.

Come si vede dal grafico sotto, in Italia il fotovoltaico “semplice” è già abbondantemente più economico rispetto all’elettricità acquistata dalla rete (vedi grafico sotto): con un LCOE di 14 centesimi di $/kWh contro 31 cent$ del kWh in bolletta (cioè circa 28 centesimi di euro: tuttavia qui va notato che DB usa un valore nettamente superiore a quanto paga il cliente domestico tipo – 3 kW di potenza e consumo di 2700 kWh/anno – che è pari poco meno di 19 eurocent/kWh, e più vicino a quanto paga un cliente non residente e con maggiore potenza impegnata. Gli analisti, si legge, nelle note hanno fatto “una media dei prezzi retail che in alcuni casi potrebbe essere nella parte alta del range”).

Se la previsione del report sui costi di storage e FV si verificasse,  il costo del kWh da fotovoltaico con accumulo si dimezzerebbe nel giro di 5 anni e avremmo lo scenario anticipato nell’attacco di questo articolo e riassunto dalla tabella qui sotto (clicca per ingrandire):

Vorrebbe dire che in Italia entro il 2020 prodursi da soli l’elettricità e immagazzinarla in batterie costerebbe da meno della metà a un terzo rispetto ad acquistarla dalla rete: solo 13 cent$/kWh contro i 36-43 cent$ del kWh in bolletta (a seconda che si assuma un aumento annuo del 3 o del 7%, vedi grafico sopra).

Il report “Crossing the Chasm” (pdf)

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