Solare termodinamico, in Italia la burocrazia blocca investimenti per 1 miliardo di euro

  • 19 Settembre 2014

La burocrazia continua a ostacolare gli investimenti nel solare termodinamico in Italia. In Sicilia, Basilicata e Sardegna sono bloccati progetti per 230 MW, denuncia ANEST, l'Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica. "Stiamo rischiando di gettare al vento grandi opportunità "

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“È apparsa sui giornali la scorsa settimana l’intervista di un’imprenditrice inglese che, dopo sei anni di attesa, per lungaggini burocratiche ha deciso di abbandonare il progetto di un resort di lusso in Puglia, per investire 70 milioni di euro in un altro Paese. Alla notizia anche il Governo si è mosso, e vedremo come andrà a finire. Ma se andrà avanti così, forse rischieremo di perdere più di 70 milioni di euro”. Si apre cosí una nota stampa di ANEST, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, che torna a evidenziare quanto la burocrazia stia bloccando gli investimenti in Italia, anche nel solare termodinamico.

La burocrazia – si legge nel comunicato – sta infatti bloccando quasi un miliardo di investimenti, derivanti da capitali italiani ed esteri, nel solare termodinamico, tecnologia nata e sviluppata per lo più in Italia dall’Enea.

“Termini di legge ampiamente scaduti, arbitrarie prese di posizione di sovrintendenze, ricorsi basati sul nulla, silenzi assordanti di commissioni che dovrebbero decidere, stanno rischiando di far fuggire investimenti dal Paese semplicemente per inadempienze amministrative“, prosegue l’Associazione.

Come è possibile tutto questo? Soprattutto in un momento in cui la ‘fame’ di lavoro è altissima e in cui gli investimenti scarseggiano?

Le opportunità di realizzare impianti, nel rispetto dell’ambiente e dei territori, ci sono. Pochi impianti, come prevede la legge, ma necessari per far acquisire alle aziende italiane un know-how sufficiente a presentarsi all’estero per concorrere a realizzare impianti più grandi e in grado di contribuire positivamente alla bilancia dei pagamenti del Paese.

Attualmente – dichiara l’ANEST – sono ‘fermi’ un impianto in Sicilia da 50 MW nel comune di Marsala, un secondo da 12 MW a Gela; 5 impianti da 4 MW nella provincia di Trapani, 2 impianti da 50 MW in Sardegna nella provincia di Cagliari, in una zona in cui il terreno è povero e oggi adibito solamente al pascolo e un investimento di questo tipo potrebbe ridare ossigeno a un’economia in forte crisi; un impianto da 50 MW a Banzi in provincia di Matera, che potrebbe avere delle ripercussioni positive anche sull’agricoltura locale.

Secondo i dati diffusi da ANEST, un impianto solare termodinamico da 50 MW vale circa 200 milioni di euro, senza contare la ricchezza e l’occupazione nel territorio in cui viene costruito: occupa circa 1.500 persone nei due anni necessari alla sua costruzione, con ricadute territoriali facilmente immaginabili, e oltre 50 persone assunte nella fase di esercizio (almeno 25 anni), oltre l’indotto. “Stiamo rischiando di gettare al vento queste opportunità per una burocrazia che blocca tutto”, conclude l’associazione.

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