‘Sblocca Italia’ in Gazzetta Ufficiale, così le norme sull’energia

CATEGORIE:

Tanto asfalto in autostrade spesso di dubbia utilità e un tappeto rosso per trivellare alla ricerca di gas e petrolio, realizzare gasdotti e rigassificatori o autorizzare inceneritori. Potrebbe essere sintetizzata così la parte del decreto Sblocca Italia dedicata all'energia pubblicato sulla Gazzetta del 12 settembre. Il testo e una sintesi.

ADV
image_pdfimage_print

Tanto asfalto in autostrade spesso di dubbia utilità e un tappeto rosso per trivellare la penisola e i suoi mari alla ricerca di gas e petrolio, realizzare gasdotti e rigassificatori o autorizzare inceneritori. Potrebbe essere sintetizzata così la parte dedicata all’energia del decreto ‘Sblocca Italia’, dopo una lunga attesa finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale (vedi allegato in basso).

Nella versione finale le norme non sembrano avere subito grandi cambiamenti. Come previsto – e contrariamente a quanto annunciato in un primo momento – non ci sono le norme per stabilizzare detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica: queste potrebbero arrivare con la prossima Legge di Stabilità.

Focus del provvedimento, come sappiamo, sono i cantieri delle opere da “sbloccare”: sul piatto 3,2 miliardi destinati a quei progetti di maggiore difficoltà e importanza, come l’alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina, o per l’apertura di scali aeroportuali di interesse nazionale. I restanti 600 milioni sono riservati a opere di cantierabilità più immediata. In generale tra le opere da sbloccare c’è tanto asfalto oltre a qualche intervento a favore del trasporto ferroviario e degli aeroporti: nell’elenco dei cantieri anche la nuova e discussa autostrada Orte-Mestre.

Nel dettaglio, stando ai calcoli del Il Sole 24 Ore il 47% dei fondi stanziati andrà a strade e autostrade (1.832 milioni, di cui 200 a concessionarie e project financing), il 25% alle ferrovie (989 milioni), di cui il 14% per nuove tratte ad alta capacità (Terzo Valico, Brennero e Brescia-Padova) e l’11% (429 milioni) alla rete ordinaria. Poi 345 milioni alle metropolitane (Roma, Napoli, tramvia di Firenze), 134 milioni alle opere idriche (completamento del sistema idrico dell’Abruzzo e di quello Basento-Bradano, settore G), 90 milioni per due aeroporti (Firenze e Salerno) e infine 500 milioni per le opere dei Comuni.

Si stende invece un tappeto rosso per l’estrazione di idrocarburi nazionali. In pratica, stando all’articolo 38 del decreto, per prospezione, ricerca e coltivazione di gas e petrolio basterà una concessione unica e i poteri in tal senso vengono accentrati a favore del Governo. Nella nuova versione del testo le Regioni hanno tempo fino al 31 dicembre per completare i procedimenti di Via in corso; decorso inutilmente il termine la palla passa al ministero dell’Ambiente. L’autorizzazione, si legge, comprenderà una “dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi. Se per estrarre o trasportare gas e petrolio si dovranno cambiare gli strumenti urbanistici, il rilascio dell’autorizzazione ha effetto di variante urbanistica.

Anche gasdotti, rigassificatori e stoccaggi di gas naturale – si dispone invece all’articolo 37 – rivestono “carattere di interesse strategico e costituiscono una priorità a carattere nazionale e sono di pubblica utilità, nonché indifferibili e urgenti”, e di conseguenza avranno diritto a una serie di semplificazioni. Ad esempio quando queste strutture debbono attraversare aree demaniali, i gestori di queste aree, sembra di capire dal testo, non avrebbero diritto di opporsi. Una norma che sicuramente renderà più facile realizzare il gasdotto TAP che si vuole far approdare sulle spiagge del Salento nonostante la dura opposizione dei Comuni interessati.

Infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale – si legge all’articolo 35 – sono anche gli inceneritori/termovalorizzatori. In particolare la norma dimezza i tempi per procedure di espropriazione, di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale. Nell’alimentare gli inceneritori, si dispone,“deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario.

Il DL contiene poi una revisione della normativa sugli incentivi ai veicoli a bassa emissione (Art. 39). Il contributo per l’acquisto o il leasing di vetture a basse emissioni complessive previsto dal dl n. 83/2012 passa da fisso a potenziale: l’importo potrà raggiungere la soglia originaria (per esempio il 20% del prezzo, fino a un massimo di 4000 euro), ma anche essere inferiore. Ciò consentirà di distribuire meglio i fondi tra le diverse classi di veicoli agevolate. Lo sconto spetta per i veicoli acquistati e immatricolati fino al 31 dicembre 2015 e la prenotazione dovrà avvenire sul sito www.bec.mise.gov.it. Continuerà a beneficiarne chi rottama un veicolo e lo sostituisce con uno nuovo che utilizza in modalità esclusiva o ibrida combustibili alternativi (idrogeno, biofuel, metano, biometano, gpl, energia elettrica) ma non è più necessario che il veicolo rottamato sia stato immatricolato almeno 10 anni prima né che sia intestato al beneficiario da almeno 12 mesi (qui le regole modificate dal decreto).

Da segnalare, infine, le novità in arrivo sul Conto Termico: l’articolo 22 prevede che entro la fine dell’anno MiSE e Minambiente emanino un decreto per semplificare l’accesso agli incentivi per famiglie ed imprese.

Lo Sblocca Italia ossia DL 12 settembre 2014, n. 133 recante “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive” (pdf).

ADV
×