Capacity payment e rinnovabili, la visione dei regolatori

Capacity payment sì, ma solo se strettamente necessario per l'efficienza del sistema. Rimuovere gli ostacoli alle politiche di gestione della domanda, che potrebbero far risparmiare decine di miliardi all'anno. Creare un campo di gioco livellato, per far competere le rinnovabili sul mercato. Le idee del Consiglio dei regolatori energetici europei.

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I meccanismi di capacity payment devono essere considerati solo come ultima ratio, cioè nel caso in cui si dimostrino evidenti inefficienze di mercato, mentre andrebbero sfruttate meglio le potenzialità di risparmio per utenti e sistema elettrico offerte dalle politiche e dalle tecnologie per la gestione della domanda. Nel contempo dovrebbero essere gradualmente riformati gli incentivi alle rinnovabili, in modo che queste siano esposte di più alle dinamiche di mercato. E’ questa, in sintesi, la visione del Ceer, il Consiglio dei regolatori energetici europei, raccolta in un documento (allegato in basso) pubblicato a commento delle linee guida per l’intervento dello Stato nel settore elettrico presentate lo scorso novembre dalla Commissione europea.

Come sappiamo, in diversi mercati europei, soprattutto il nostro e quello tedesco, è al centro del dibattito il tema della convivenza tra le rinnovabili e il termoelettrico in crisi e, dunque, dell’introduzione di meccanismi di capacity payment. La crescita delle rinnovabili non programmabili e con costi marginali di produzione praticamente nulli, fotovoltaico in primis, ha infatti messo in crisi impianti dalla produzione flessibile ma costosa come i cicli combinati a gas e si vuol fare in modo di soccorrerli premiandoli per la funzione di back up che svolgono, cioè pagando loro la potenza dispacciabile che mettono a disposizione della rete.

Quali forme prenderanno queste misure sarà determinante per l’efficienza del sistema elettrico europeo, ed ecco perché i regolatori riuniti nel Ceer mettono le mani avanti: “misure sulla capacità incompatibili o mal disegnate rischiano di distorcere il mercato elettrico e le decisioni di investimento”, avvertono. Eventuali misure di remunerazione della capacità, si legge nel documento, devono essere subordinate alla valutazione dell’adeguatezza della capacità di generazione a livello europeo o regionale, di fondamentale importanza per determinare la necessità di generazione flessibile tenendo conto delle dinamiche di quella intermittente e dei possibili benefici delle interconnessioni. A questo scopo, il Consiglio sta lavorando al rapporto “Assessment of generation adequacy in European countries“, che sarà presentato all’inizio del 2014.

Una volta acquisito un quadro esatto dell’adeguatezza della generazione, potranno essere individuate le criticità ed eventualmente introdotti specifici meccanismi di remunerazione della capacità, ma soltanto nei casi in cui altre soluzioni di mercato non si dimostrino efficaci. Neutralità tecnologica, coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione, partecipazione transfrontaliera ed equa allocazione dei costi per i consumatori sono i principi chiave indicati dal Ceer per disegnare eventuali meccanismi di capacity payment.

Per aumentare la stabilità e l’efficienza del sistema elettrico, oltre al capacity payment c’è poi un’altra risorsa, molto importante e relativamente trascurata: la gestione della domanda. Secondo il Ceer, misure di demand side management “potrebbero portare risparmi per decine di miliardi all’anno. Risparmi che arriverebbero soprattutto da investimenti evitati per garantire la copertura nei picchi di domanda, molto probabilmente sotto forma di richiesta di incentivi da parte delle centrali elettriche convenzionali”. Insomma, gestire bene la domanda potrebbe farci risparmiare sul capacity payment. Altri effetti positivi: “maggiore efficienza del sistema e maggior capacità di accogliere le fonti rinnovabili intermittenti”.

Per dispiegare il potenziale demand side management, raccomandano i regolatori, bisogna rimuovere gli ostacoli che impediscono la partecipazione delle risorse di gestione della domanda a sistema al mercato elettrico, ad esempio fornendo servizi di bilanciamento.

Venendo alle rinnovabili, la raccomandazione dei regolatori è quella di farle partecipare di più al mercato. Occorre rivedere gli incentivi esistenti in particolare le tariffe feed-in: meglio, secondo il Ceer, incentivi market-based, possibilmente finanziati tramite la fiscalità. L’obiettivo dovrebbe essere creare “un campo da gioco livellato dove si considerino sia le esternalità positive che negative”. Da questo punto di vista il Ceer plaude all’appello della Commissione di eliminare i sussidi alle fonti fossili e invita a intervenire per avere un mercato delle emissioni che funzioni.

Il documento Ceer (pdf)

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