Fotovoltaico, con le detrazioni fiscali conviene ancora: ecco quanto

Anche dopo la fine degli incentivi del quinto conto energia montare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa resta un ottimo affare, specie se si autoconsuma molto. Merito della detrazione fiscale del 50%, estesa fino al 31 dicembre 2013, e del crollo dei prezzi. Le ultime simulazioni per un impianto da 3 kW curate da QualEnergia.it e Ater.

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Anche dopo la fine degli incentivi del quinto conto energia, estintisi lo scorso 6 luglio, montare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa resta un ottimo affare. Merito della detrazione fiscale del 50%, estesa fino al 31dicembre 2013, e del crollo dei prezzi. Con i prezzi di adesso, infatti, l’investimento è addirittura più conveniente di quanto lo fosse a settembre 2012 quando si poteva usufruire del più generoso quinto conto energia. Al Centro e al Sud, installando adesso, prima della fine della vita utile dell’impianto si sarà guadagnato il triplo di quanto speso per l’installazione. Ovviamente maggiore è l’irraggiamento, migliore è l’affare, ma una variabile quasi altrettanto importante è la distribuzione dei consumi: aumentare l’autoconsumo diretto significa migliorare non di poco i conti.

E’ questo il risultato delle ultime simulazioni economiche per impianti da 3 kW fatte da QualEnergia.it con la collaborazione di Ater, l’associazione dei tecnici delle energie rinnovabili. Come sappiamo, le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (che valgono anche per installare un impianto fotovoltaico), portate dal 36 al 50% l’estate scorsa, sono state prorogate fino a fine anno (fino al 30 giugno 2014 per parti comuni dei condomini), e,  a differenza del quinto conto energia, si possono usare in abbinamento allo scambio sul posto, il meccanismo che consente di scambiare con la rete, con una tariffa agevolata, l’energia che non si consuma direttamente (per vedere come funzionano le detrazioni fiscali del 50% per il fotovoltaico vedi questo articolo).

Nel contempo il costo degli impianti è sceso ancora. I prezzi rilevati nell’estate 2012, usati per le simulazioni che abbiamo realizzato a settembre scorso, ci avevano portato a considerare per un impianto da 3kW un prezzo medio iva inclusa e chiavi in mano di 8.250 euro. Dati i prezzi che si trovano in questo periodo, nelle ultime simulazioni abbiamo invece ipotizzato che il nostro impianto da 3 kW venga pagato 7.500 euro, sempre iva compresa chiavi in mano (e dunque che per i primi 10 anni si ricevano sotto forma di detrazione fiscale  – il 50% della spesa in dieci rate annuali – 375 euro ogni anno).

Risultato? Fare un impianto adesso è più conveniente di quanto fosse farlo con il conto energia nell’autunno 2012. Un impianto da 3 kW a Roma in conto energia pagato 8.250 euro a settembre 2012 dà su 25 anni un guadagno netto di circa 14.700 euro e un rientro dell’investimento in 8 anni (si vedano simulazioni settembre 2012 di QualEnergia.it e Ater). Adesso invece, pagando 7.500 euro per lo stesso impianto (con lo stessa percentuale di autoconsumo, il 30%) e con la detrazione, l’investimento rientra un anno prima e in 25 anni rende 21.400 euro netti (che per essere precisi, attualizzandoli al netto dell’inflazione diventerebbero circa 16.300 euro).

Insomma, non sono i tempi d’oro del quarto conto energia – quando un impianto da 3 kW a Roma (pagato 8.400 euro iva inclusa a giugno 2012) rientrava dell’investimento in circa 6 anni e in 25 anni dava un guadagno di oltre 37 mila euro (vedi qui le simulazioni fatte a luglio 2012) – ma la convenienza, con il passaggio dal quinto conto energia alle detrazioni resta. Lo mostrano bene i dati riassunti nelle tabelle qui sotto. (Allegate in fondo trovate le schede tecniche con tutti i dettagli)

  • Impianto da 3 kW a Milano con 30% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 8 anni
Guadagno netto su 10 anni: 2.222 euro
Guadagno netto su 25 anni: 15.814 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 11.768 euro

  • Impianto da 3 kW a Roma con 30% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 7 anni
Guadagno netto su 10 anni: 3.955 euro
Guadagno netto su 25 anni: 21.406 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 16.292 euro

  • Impianto da 3 kW a Palermo con 30% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 7 anni
Guadagno netto su 10 anni: 4.785 euro
Guadagno netto su 25 anni: 24.084 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 18.459 euro

La convenienza poi cresce non di poco se si riesce ad aumentare la quota di autoconsumo. Lo si osserva chiaramente ipotizzando che gli utenti riescano riescano a consumare direttamente il 60% dell’energia prodotta dall’impianto:

  • Impianto da 3 kW a Milano con 60% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 8 anni
Guadagno netto su 10 anni: 2.707 euro
Guadagno netto su 25 anni: 17.380 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 13.035 euro

  • Impianto da 3 kW a Roma con 60% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 7 anni
Guadagno netto su 10 anni: 4.561 euro
Guadagno netto su 25 anni: 23.362 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 17.875 euro

  • Impianto da 3 kW a Palermo con 60% di autoconsumo

Costo iva compresa: 7.500 euro
Rata annuale detrazione: 375 euro
Tempo di rientro investimento: 7 anni
Guadagno netto su 10 anni: 5.449 euro
Guadagno netto su 25 anni: 26.227 euro
Valore netto a 25 anni attualizzato: 20.193 euro

Come si nota, su 25 anni di vita dell’impianto portando l’autoconsumo al 60% si risparmia anche un paio di migliaia di euro rispetto all’ipotesi in cui si riesca a consumare direttamente solo il 30% dell’elettricità fatta coi pannelli solari. Interessante dunque abbinare il fotovoltaico a soluzioni che permettano di massimizzare l’autoconsumo, come inverter intelligenti integrati a pompe di calore oltre che, ovviamente, alle batterie, quando i costi di queste scenderanno abbastanza. “Questo è un bel trampolino di lancio per lo sviluppo dei sistemi di accumulo”, commenta l’ingegner Andrea Segatta, che assieme all’ingegner Giampiero Crasti ha curato le simulazioni usando il software sviluppato da Ater e che l’associazione distribuisce ai suoi soci.

Certo, perché tutto ciò resti vero vanno sventate le minacce che arrivano dall’Autorità per l’energia. Se la proposta del regolatore di far pagare gli oneri di sistema anche sull’energia autoconsumata venisse accolta dal legislatore, sarebbe a rischio il futuro sia del fotovoltaico su tetto che dei sistemi di accumulo. Sperando che ciò non accada, nel frattempo, come abbiamo mostrato, montare i pannelli fotovoltaici sul tetto resta un buon affare e appena i prezzi delle batterie saranno scesi abbastanza potrebbe essere una buona idea anche abbinarli a un sistema di accumulo.

 

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