Bonifica amianto e FV, un binomio che non va abbandonato

A due anni dal lancio della Campagna “Eternit Free®” di AzzeroCO2 e Legambiente, un Dossier e un convegno fanno il punto dei risultati ottenuti dall'iniziativa e nell'ambito del conto energia FV. Una strategia virtuosa che ora si è pressoché interrotta con il V conto energia. Ma ci sono soluzioni e idee per rilanciarla e ripotenziarla.

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“Eternit Free®”, la campagna di AzzeroCO2 e Legambiente: in due anni 43 soggetti coinvolti, tra Province, Regioni e istituzioni che hanno firmato i protocolli d’intesa e hanno finora visto l’adesione di oltre 800 imprese, per un totale di quasi 2 milioni di mq di coperture in eternit da bonificare e da sostituire con il fotovoltaico.

Nonostante le difficoltà causate dal quinto conto energia a questo strategico segmento di mercato, a oggi nell’ambito della Campagna Eternit Free sono stati installati impianti FV per una potenza complessiva di 11,7 MWp e bonificata una superficie di 96.325 mq di eternit. È solo una piccola parte di quanto il GSE ci dice sia stato fatto per la sostituzione dell’amianto con impianti fotovoltaici, ma sicuramente l’iniziativa, attualmente in fase di rimodulazione, ha avuto il pregio di coinvolgere un’ampia gamma di attori e sensibilizzare opinione pubblica e amministratori sul grave problema sanitario delle coperture in eternit in Italia.

I dati aggiornati al 6 novembre dal GSE ci dicono che in totale gli interventi nell’anno sono stati oltre 23.400 contro i 16.345 del 2011; nel 2012 sono stati installati finora impianti FV in sostituzione di amianto per una potenza di 1.978,5 MW contro i 1.340 del 2011 e l’area bonificata risulta pari a 25 milioni di mq, mentre era di 17 milioni di mq nel 2011.

Una soluzione per uscire dall’impasse provocata dal V CE è ovviamente che questo meccanismo incentivante per le coperture in amianto non venga abbandonato, ma anzi ripotenziato, anche con l’intervento di contributi regionali e locali a integrazione per la parte bonifica. A questo si dovrà aggiungere lo sblocco del libero mercato dell’energia rinnovabile a cominciare dall’effettiva operatività dei SEU (Sistemi Efficienti di Utenza) e dei RIU (Reti Interne di Utenza), normative che potrebbero rendere economicamente convenienti investimenti in impianti fotovoltaici in assenza di incentivi o a tariffe ridotte. Un’ ulteriore soluzione è l’assegnazione di coefficienti di conversione maggiormente premianti nel meccanismo dei titoli di efficienza energetica sul rifacimento dei tetti in amianto con coperture isolanti, integrate o meno con il fotovoltaico.  

Sono ipotesi e ricette illustrate da Giuseppe Gamba, presidente di AzzeroCO2, nel suo intervento in occasione del convegno di presentazione del Dossier “Eternit FREE” (pdf) presso la fiera Ecomondo-Key Energy di Rimini, dal titolo ‘Eternit Free 2010-2012: la campagna, l’evoluzione, i risultati’ (9 novembre 2012).

Liberi dall’amianto, i ritardi e l’urgenza del risanamento ambientale
Giorgio Zampetti, Responsabile scientifico Legambiente

Gli incentivi per la rimozione dell’amianto in Italia: l’evoluzione del Conto Energia
Cristina Vajani, Esperta Unità Conto Energia del GSE

Tutti i numeri della campagna Eternit Free: adesioni, bonifiche e impianti
Annalisa Corrado, Responsabile Divisione impianti AzzeroCO2

Di seguito pubblichiamo il commento di Gamba presente sul Dossier.

Vent’anni fa l’amianto veniva messo fuori legge in Italia e da allora molti programmi generali, piani, censimenti, denunce di ritardo, annunci di finanziamento si sono succeduti con l’immancabile promessa di provvedimenti e stanziamenti per la bonifica generale delle coperture in Eternit. Ma a parte un po’ di scuole, edifici pubblici, alcuni capannoni e immobili privati obbligati da ordinanze sanitarie, poco si è mosso fino all’introduzione – nel terzo Conto Energia – dell’incentivo speciale per la realizzazione di tetti fotovoltaici in sostituzione di quelli in Eternit.

Un meccanismo virtuoso che ha individuato nella redditività intrinseca della produzione elettrica solare la copertura del costo di bonifica. Questo, senza pesare sulle esangui casse dello Stato e ripartendo invece sulle bollette dei consumatori un costo aggiuntivo assai modesto a fronte del rilevante beneficio di riduzione del pericolo amianto. Come ha dimostrato oltre ogni dubbio la vicenda Eternit di Casale Monferrato, non solo i lavoratori direttamente esposti sono (stati) a rischio, ma anche tutti i cittadini che entrano a contatto con l’asbesto.

Dopo un lungo immobilismo, in soli due anni il terzo Conto Energia ha consentito di eliminare quasi 13 milioni di metri quadri di tetti in amianto, pari a circa il 10% dei tetti conosciuti (i censimenti ufficiali, assai incompleti, parlano di 110-120 milioni almeno di metri quadri di tetti in Eternit). Le continue incongrue scosse che il legislatore ha portato al sistema di incentivazione del fotovoltaico, hanno causato anche in questo settore brusche frenate, destinate a produrre di nuovo immobilismo e ritardi proporzionali all’incertezza, alla difficoltà di fare piani industriali e al sostanziale venir meno della redditività da produzione energetica, almeno nelle regioni a minor irraggiamento solare. La nostra esperienza ci induce a pensare che in presenza di un livello di incentivazione  anche  di  poco più remunerativo dell’attuale, ma in un contesto non condizionato dall’instabilità delle norma e dall’incertezza del meccanismo burocratico dei registri, la sostituzione dei tetti in eternit proseguirebbe con analogo impegno del recente passato.

È tempo di rimpianti? Non lo crediamo. Intanto  c’è  da  lavorare  per il  ravvedimento operoso del Governo, che ristabilisca remunerazione economica degli investimenti e stabilità della norma. I vantaggi per la collettività e la sostanziale indifferenza per le casse pubbliche lo rendono altamente auspicabile. E nelle more di questo “ravvedimento normativo” c’è spazio per operare alla ricerca di una nuova remunerazione dell’investimento di bonifica, nei margini dell’abbattimento dei costi della tecnologia e nell’integrazione della produzione solare con l’incremento di efficienza di nuove coperture isolanti.

Al legislatore indichiamo due filoni paralleli di politica pubblica, in parte già oggetto di previsioni normative. Il primo riguarda la possibilità di incentivare la realizzazione di tetti a maggior rendimento energetico attraverso Titoli di Efficienza Energetica più efficaci, che per la parte di sostituzione delle coperture sono oggi ben lontani dal rappresentare un fattore di incentivazione reale. Dall’inizio dell’anno siamo in attesa della definizione dei nuovi obiettivi di risparmio a carico dei distributori di energia per il periodo post 2012, nonché dell’approvazione delle nuove schede TEE (Titoli di Efficienza Energetica) individuate con i Decreti del maggio 2011. È un’occasione per integrare nel sistema dei Certificati Bianchi i tetti ad alta efficienza che sostituiscono le coperture in eternit.

Il secondo possibile campo d’azione normativo è rappresentato dalla regolamentazione delle RIU (Reti Interne di Utenza) e dei SEU (Sistemi Efficienti di Utenza) che potrebbero prevedere condizioni di incentivo e stimolo, in questo caso non finanziario, per rendere nuovamente fattibile la sostituzione di superfici in eternit di dimensioni anche non estese in prossimità di forti utenze elettriche.

Insomma, non solo Conto Energia. Molte iniziative  possono  essere  adottate per incentivare, o quanto meno per non ostacolare, la bonifica dei tetti in eternit, a patto però che alla “retorica della prevenzione” si affianchi la determinazione ad assumere provvedimenti coerenti.

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