Il giallo delle bozze del quinto conto energia

Risulta che l'autore di entrambe le bozze circolate in queste ore relative al decreto del quinto Conto energia fotovoltaico sia una analista dell'Enel. L'azienda si dice all'oscuro della questione e dichiara che procederà ad accertamenti interni. Si chiede al Ministero dello Sviluppo economico di fare al più presto chiarezza su quanto accaduto.

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Il web non perdona. Stavolta ha smascherato vecchie e discutibili pratiche come quelle di far mettere mano a bozze di lavoro di decreti ministeriali a soggetti che dovrebbero essere dall’altra parte della barricata. Siamo alla Wikileaks delle rinnovabili? Parliamo delle bozze che sono circolate in queste ore del quinto conto energia fotovoltaico e che i lettori del nostro portale web, che ha pubblicato due diverse versioni del decreto, come molti altri lettori della rete, hanno potuto constatare essere di provenienza Enel (anche la primissima, circolata in formato word nella giornata del 22 marzo, con il nome di ‘5ce’ e di ‘il quarto energia è finito’ risulta essere targata Enel SpA).  

Ormai per gli addetti ai lavori, e non solo, la questione è diventata un vero e proprio giallo e se fosse accertata la veridicità di questo strano iter sotterraneo del V CE, potremmo affermare di essere di fronte a un episodio molto grave. Intanto questi documenti hanno messo nel panico tutto il settore, che verrebbe di fatto affossato da queste nuove disposizioni.

Anche su Repubblica.it on line Antonio Cianciullo ha scritto un articolo che parla di questa ‘stesura esterna’ del documento sui nuovi incentivi al fotovoltaico. Si legge nel blog di Cianciullo che Enel ha così replicato a questa accusa: “Abbiamo ricevuto la bozza come tante altre aziende, e non siamo intervenuti in alcun modo. Nessun documento può essere attribuibile a noi. Se rileveremo illeciti su nostri file o computer scatterà una denuncia”.

Le bozze che si mandano alle aziende? E a che titolo? Possiamo smentire una parte di questa dichiarazione, visto che siamo a conoscenza del fatto che a nessuna associazione di categoria – semmai, gli unici soggetti con i quali concertare certe decisioni – sia mai arrivata in questi giorni alcuna bozza preliminare di fonte ministeriale. E finora non si è avuto neanche un incontro tra ministeri e organizzazioni che rapporesentano gli operatori del fotovoltaico, così come per le altre fonti rinnovabili. 

E sul possibile hackeraggio? È trapelato che Enel abbia già incaricato la propria security informatica per andare a prelevare il computer da cui sembra partito questo/questi documento/i, per verificare, dicono, eventuali intrusioni di hacker. Attendiamo impazienti gli esiti dell’accertamento.

Questi documenti circolavano già da giovedì sera su alcuni social network e ci sono stati recapitati da diverse nostre fonti tra giovedì e venerdì. Qualenergia.it alla fine ha deciso di pubblicarli per una mera questione di trasparenza e di informazione.

In merito a queste bozze il senatore Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, ha dichiarato che “il Ministero dello Sviluppo economico deve fare al più presto chiarezza, perché risulta che l’autore del file del documento, che è su carta intestata del Ministero, sia un’analista dell’Enel” e aggiunge che “il solo sospetto che vi possa essere un’influenza esterna nella stesura del documento non può che accrescere lo stato di tensione nel settore.” “Non vorremmo che valesse dunque il vecchio adagio di Andreotti, ‘a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina’, – ha detto Ferrante – perché se questo sarà il nuovo conto energia non si tratterà di una necessaria ed equilibrata revisione del sistema di incentivazione al fotovoltaico, ma bensì di un colpo ben assestato, che giunge ancora una volta sugli investimenti in corso e sui cantieri aperti”.

“Paradossale poi il fatto – conclude – che sia notizia proprio di oggi che la stessa Enel Green Power annunci investimenti nel settore per più di 6 miliardi di euro, ma delocalizzandoli fortemente all’estero, in quanto in Italia pesano ‘le incertezze normative’: un caso in cui la mano destra non sa cosa fa la sinistra?”

Se non ci fosse in gioco la vita professionale di tanti operatori, investitori e lavoratori, oltre allo sviluppo di un settore importante per il futuro energetico del Paese, diremmo che stiamo vivendo uno scherzo, un Pesce d’Aprile anticipato. Forse in un altro Paese si aprirebbe un’inchiesta e salterebbero delle teste. Certo non da noi.

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