Conto energia fotovoltaico, arriva la perequazione?

Nel Decreto Sviluppo spuntano cambiamenti agli incentivi per il fotovoltaico. Si introduce la “perequazione”, cioè l'idea di stabilire tariffe del conto energia meno generose nelle zone con maggior radiazione solare rispetto alle zone con meno sole. L'ennesima non gradita sorpesa per il settore, che però forse non si concretizzerà.

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Non c’è pace per il mondo del fotovoltaico. L’utimo scossone si chiama “perequazione” e – stando al Sole 24 Ore di oggi – starebbe nell’articolo articolo 47 della bozza del Decreto Sviluppo all’esame ieri pomeriggio del Ministero guidato da Paolo Romani. Dopo la proposta del condono per gli impianti a rinnovabili fatta dal ministro Saverio Romano e che, avversata un po’ da ogni fronte, sembra diretta all’accantonamento (Qualenergia.it, Un condono per gli impianti a rinnovabili?), ecco un’altra novità. Una misura che prevede una perequazione, appunto, degli incentivi per il solare fotovoltaico,  sarebbe a dire una rimodulazione delle tariffe del conto energia in base all’irradiazione solare e dunque alle rese degli impianti,  sostanziosamente più alte al meridione. Si premierebbero di più gli impianti nelle aree in cui il sole è meno generoso per ridurre le tariffe nelle zone più assolate, dove la grid parity è più vicina.

Come si legge nella bozza del decreto, riportata dal Sole24Ore, «ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e della maggiore efficienza in campo energetico, alle tariffe incentivanti sulla produzione di energia elettrica prodotta da impianti solari fotovoltaici, fissate dai decreti attuativi del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, è applicato un correttivo perequativo, stabilito con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, collegato ai gradi-giorni delle zone climatiche elencate nell’Allegato A al DPR 26 agosto 1993, n.412, e successive modificazioni, in modo da uniformare il valore dell`incentivo su tutto il territorio nazionale».

Il sospetto è che dietro la perequazione sia nascosta una sostanziale riduzione degli incentivi: cioè che si vogliano mantenere gli attuali incentivi al Nord, per ridurli progressivamente andando verso le zone con maggior radiazione solare. Dietro la misura sembrerebbe rispuntare la volontà della Lega di ulteriori tagli al fotovoltaico – visto come un fardello sulle bollette – che nell’ultima finanziaria si era concretizzato nella proposta, poi abortita, di un taglio secco del 30% a tutti gli oneri della bolletta, compresi quelli da cui vengono presi i soldi per il sostegno alle rinnovabili.

L’idea della perequazione è piaciuta al ‘Comitato Energia’ di Confindustria, che pure scalpita a giorni alterni per tagli agli incentivi alle rinnovabili: “assolutamente a favore” si è detto oggi  Agostino Conte, vicepresidente del Comitato, a margine di un’audizione alla Commissione Ambiente.

Ma al Ministero dello Sviluppo Economico l’idea invece non sembra riscuotere la stessa approvazione: non condivide l’idea ad esempio il Sottosegretario del ministero con delega all’energia, Stefano Saglia: “non ha senso incentivare di più dove gli impianti producono meno”, ha dichiarato in pubblico oggi.  Forse, come per tante altre minacce alle rinnovabili che abbiamo visto in questi mesi, l’idea resterà inattuata.

Al telefono con Qualenergia.it, Valerio Natalizia, presidente di GIFI, l’associazione confindustriale del fotovoltaico è di quest’idea: “per ora non abbiamo sentore che la proposta possa diventare realtà, sembra l’ennesima proposta di qualcuno, non collegata alle volontà del Ministero”, ci spiega. In quanto alla misura in sè commenta: “Non voglio nemmeno entrare nel merito della perequazione. Meno si cambia meglio è. Una misura del genere può solo creare incertezze, il contrario di quel che serve al settore. Negli ultimi mesi sembra che ogni giorno invece sembra che arrivi una proposta per cambiare”.

In sintesi questa eterna rincorsa alla modifica della normativa è emersa nel nostro recente articolo “La carenza di governance su rinnovabili ed efficienza” del 10 ottobre scorso.

Più esplicito Massimo Daniele Sapienza, presidente di Asso Energie Future,  “Siamo stanchi di essere in balia delle idee balzane che quotidianamente investono le rinnovabili. Guardate questa settimana – dice Sapienza – prima l’incredibile idea di una moratoria, poi l’assurdità del condono, e oggi spunta la perequazione per gli incentivi, proposta lungamente dalla Lega e accolta, parrebbe, nel decreto Sviluppo. L’unico risultato certo di questo bailamme senza tregua è l ‘incertezza in cui vengono gettati  operatori, aziende e famiglie che hanno scelto il fotovoltaico”. “Un risultato c’è – sottolinea Sapienza – non è un caso che grande aziende delle rinnovabili hanno annunciato in questi giorni il benservito all’Italia e si preparano a lasciare il nostro Paese, prime fra tutte le grandi aziende Usa: SunPower, Ge Stamp, Aes Solar System, Fotowatio. Ecco i frutti, forse non casuali, di questa politica della destabilizzazione”.

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