Come sarà il piano europeo per i trasporti al 2050

La pubblicazione del nuovo White Paper on Transport della Commissione Europea è attesa per il prossimo mese. Ma l'agenzia Eur Activ anticipa i contenuti del piano per tagliare le emissioni del settore del 60% entro il 2050: investimenti pubblico-privati, più tasse ai veicoli inquinanti e sempre più pedaggi stradali.

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Chi pagherà per la rivoluzione dei trasporti che serve all’Europa:? Il pubblico, chi più si sposta o chi più inquina? Il piano europeo sulla mobilità, il White Paper on Transport 2011, dovrebbe essere pubblicato ufficialmente a fine marzo (l’ultimo risale al 2001, qui il pdf), ma qualche bozza ha già iniziato a circolare e si inizia a discutere dei contenuti del piano. Molte informazioni ad esempio le dà questo servizio dell’agenzia Eur Activ, venuta in possesso di una copia ufficiosa del documento aggiornata a febbraio 2011 (una bozza era uscita a ottobre 2010, vedi allegato).


Nel White Paper si spiega la strada per tagliare del 60% entro il 2050 le emissioni di CO2 dei trasporti europei. Serviranno 1.800 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture più altri 500 per il progetto Trans-European Transport Network, detto TEN-T, che punta a costruire una rete europea dei trasporti basata sull’intermodalità.


Chi pagherà? Un po’ il settore pubblico, ma probabilmente molto anche gli utenti. “Gli Stati membri devono assicurarsi che fondi nazionali adeguati siano disponibili nei loro documenti di programmazione economica”, spiega il documento, riportato da Eur Activ, ma i governi dovranno attuare delle politiche “costruite il più possibile su meccanismi basati sul mercato“. Oltre ad ipotizzare l’uso di obbligazioni europee (gli Eu Bonds) per favorire investimenti misti pubblico-privati nelle infrastrutture, nel White Paper si parla molto di pedaggi stradali. Un metodo, si spiega, “da prendere sempre più in considerazione” per raccogliere fondi e influenzare traffico e abitudini.


La Commissione preparerà delle linee guida ad hoc su queste misure, già considerate, per i veicoli pesanti, nella direttiva Eurovignette, la 2006/38/CE, che a partire dal 2012 avrà i suoi effetti – pedaggi più cari per i camion – anche nel nostro paese. “L’obiettivo a lungo termine – sottolinea il documento europeo – è applicare pedaggi a tutti i veicoli su tutta la rete stradale per riflettere almeno i costi di mantenimento delle infrastrutture, del traffico, dell’inquinamento acustico ed atmosferico”.


Tra le iniziative proposte per favorire la diffusione di auto più pulite poi quella di legare le tasse sui veicoli alle loro performance ambientali, rivedere le legislazioni che favoriscono fiscalmente le auto aziendali e armonizzare l’Iva sul trasporto passeggeri interstatale in Europa. L’obiettivo è dimezzare le auto “convenzionali” (con motore a combustione interna a fossili) nelle aree urbane entro il 2030, mentre nel 2050 i veicoli più inquinanti dovrebbero essere tolti completamente dalle strade. Per farlo, l’Europa dovrà darsi nuovi standard per le emissioni dei veicoli, per la loro efficienza e per il modo di misurarla. Va ricordato che il metodo attualmente usato dalle case per le misure è contestato da molti perché fa registrare consumi ed emissioni per chilometro molto più bassi delle prestazioni che i mezzi hanno poi nell’uso su strada.


Nel piano si affronta anche il comparto aviazione: entro il 2050 il 40% del carburante usato dagli aerei dovrà essere “low-carbon”. Anche i trasporti marittimi entro il 2050 dovranno ridurre le loro emissioni del 40%. L’intermodalità poi ha un ruolo centrale nella strategia delineata: la rete di trasporti europea TEN-T dovrà essere operativa entro il 2030. Per quella data l’obiettivo è di spostare il 30% degli spostamenti merci superiori ai 300 km dalla gomma alle ferrovie e all’acqua. La quota salirà al 50% entro il 2050.

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