Il nuovo fotovoltaico parla italiano

  • 21 Agosto 2008

Inaugurati questa settimana i laboratori del Polo Solare Organico, all' Università di Tor Vergata. Lavoreranno alla ricerca sulle celle fotovoltaiche organiche cercando l'integrazione con l' industria.  "E' la nascita di un nuovo polo mondiale sulle rinnovabili".

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Celle fotovoltaiche ispirate al processo della fotosintesi clorofilliana, realizzate con materiali dal basso costo e con metodi di fabbricazione molto semplici. Una soluzione che promette una notevole riduzione dei costi di produzione, per ottenere energia dal sole che sia competitiva con le fonti tradizionali, e che ha grandi vantaggi in termini di integrazione architettonica. Sono le celle fotovoltaiche organiche e uno dei maggiori poli dove industria e ricerca convergono attorno a questa tecnologia sta nascendo in Italia, nel Lazio.

È il Polo Solare Organico, il “CHOSE” (Center for Hybrid and Organic Solar Energy), nato a Dicembre 2006 con un contributo di 6 milioni di euro da parte della Regione Lazio all’Università di “Tor Vergata” per la ricerca e lo sviluppo del fotovoltaico di nuova generazione di tipo organico e ibrido (organico/inorganico). Un progetto che è entrato a pieno nella fase operativa questa settimana, con l’inaugurazione dei nuovi laboratori di ricerca e sviluppo del Polo Solare Organico. Seicento metri quadrati di laboratori, finanziati dalla Regione Lazio e realizzati presso il Tecnopolo Tiburtino a Roma, che ospitano una linea pilota per la produzione di celle solari organiche.

Nei laboratori CHOSE – spiega il prof. Aldo Di Carlo del dipartimento di ingegneria elettronica dell’Università “Tor Vergata”, co-direttore del Polare Solare Organico – si svilupperà la fase di industrializzazione del fotovoltaico organico: obiettivo il trasferimento tecnologico verso le imprese che vogliono investire in questo settore. I nuovi materiali e le nuove tecniche di fabbricazione previste – spiegano al CHOSE – presentano vantaggi notevoli. Si basano su processi industriali simili a quelli utilizzati dall’industria per la stampa, per realizzare le celle si utilizzano infatti macchine che ricordano la serigrafia, si usano”inchiostri” fotovoltaici utilizzabili sia su substrati di vetro rigidi, sia compatibili con metodi di produzione a nastro o a rullo, con ulteriore abbassamento di costi. Celle dunque che possono essere usate su pannelli rigidi ma anche su supporti flessibili o in forma di pellicola (il film sottile), anche trasparente. Una soluzione con un grande vantaggio in termini di possibilità di integrazione architettonica: con questa tecnologia le superfici che da cui si può ricavare energia diventano potenzialmente quasi infinite.

Altro punto forte delle nuove celle, come anticipato, i costi di produzione. Sono ottenute infatti tramite processi additivi: cioè, solo il materiale che serve viene depositato, con risparmi in materiale di oltre il 90% rispetto ai metodi ordinari, riducendo così ulteriormente l’impatto ambientale. Al CHOSE prevedono che lo sviluppo di questa tecnologia con i miglioramenti in efficienza e tempi di vita, attuabili nei prossimi anni, possano portare il costo del fotovoltaico dai circa 6-12 €/Wp dei pannelli in silicio odierni a circa 2 €/Wp o meno, rendendo finalmente competitivo il fotovoltaico con le fonti di energia odierne.

Attualmente nel Polo lavora un gruppo di oltre 30 ricercatori, provenienti da varie parti del mondo, tra cui alcuni “cervelli” italiani “ritornati in patria” grazie al nuovo centro di ricerca. Tra le industrie che hanno dimostrato interesse per questo progetto sul fotovoltaico di terza generazione c’è Dyesol Italia, costola della Dyesol australiana, attiva da anni in questo settore, appositamente costituita per sviluppare assieme al Polo Solare Organico le tecnologie fotovoltaiche organiche in Italia. Per creare una cultura tecnologica diffusa sul fotovoltaico e preparare “capitale umano” per le imprese, l’Università “Tor Vergata” ha istituito una Summer School (ISOPHOS – International School on Organic Photovoltaics), che ha sede nell’isola di Ventotene, e attivato anche un Master Internazionale in Ingegneria del Fotovoltaico.

Un polo d’eccellenza a livello mondiale sulle rinnovabili che, spiega l’assessore all’ambiente e cooperazione tra i popoli della Regione Lazio, Filiberto Zaratti: ” ha un doppio significato: il primo è quello di aver dato un primo impulso al settore dell’industria delle rinnovabili nella nostra Regione, mentre il secondo è quello di voler aiutare il sistema paese a superare il gap tecnologico e di ricerca che possiede in questo campo. Le opportunità legate alle rinnovabili, sono principalmente di valenza ambientale, ma non bisogna sottovalutare anche l’aspetto occupazionale. In Germania l’industria delle rinnovabili ha da tempo superato, con i suoi 250 mila addetti, quella dell’auto e altre nazioni europee sono sulla stessa strada”.

24 luglio 2008

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